AGI - La candidata al Quirinale del centrodestra, Elisabetta Casellati, non sfonda la soglia considerata minima di 400 voti e si ferma a 382. Entrano in gioco i franchi tiratori: mancano infatti all'appello 71 voti. In realtà i voti in meno del centrodestra, che ha 453 grandi elettori, sono almeno una sessantina, perché vanno tolti dal conteggio gli 8 assenti che, da tabulati ufficiali, non hanno partecipato al voto.
Compatta la truppa FdI (un solo assente, il capogruppo Luca Ciriani al Senato, per motivi familiari), cosi' quella leghista (solo 3 gli assenti, fonti del partito assicurano che sono 'giustificati'). Tra le fila di Forza Italia 4 assenti tra Camera e Senato).
Tutti presenti i 22 deputati di Coraggio Italia. Tirando le somme, dunque, gli almeno 60 voti che sono mancati alla presidente del Senato dovrebbero appartenere a grandi elettori che sulla scheda hanno scritto un nome diverso. Tra i votati, oltre Casellati, 46 voti per Sergio Mattarella, 28 a Nino Di Matteo (candidato di Alternativa), 8 voti per Silvio Berlusconi, 7 per Antonio Tajani, 6 a Pier Ferdinando Casini e 3 a Mario Draghi.
Fallisce dunque il tentativo di 'spallata' del centrodestra, ma anche l'intenzione di 'contarsi' non offre molti margini di manovra al centrodestra da solo. Nella coalizione scatta subito la corsa alla ricerca dei franchi tiratori. Giorgia Meloni assicura la tenuta e la compattezza di FdI e Lega, "non così per altri", insinuando il dubbio che i franchi tiratori siedano tra i banchi di Forza Italia e dei centristi.
"C'è chi in questa elezione, dall'inizio, ha apertamente lavorato per impedire la storica elezione di un presidente di centrodestra. Occorre prenderne atto, e ne parlerò con Matteo Salvini, per sapere cosa ne pensa", aggiunge. Subito dopo lo spoglio nuovo vertice del centrodestra che, dopo lo 'choc' subito in Aula, opta per una più prudente astensione, abbandonando l'idea iniziale di puntare su un altro nome.
Dopo il fallimento della Casellati, secondo Luigi Brugnaro "c'è solo Mario Draghi", è la convinzione dei centristi. "Fallita la strategia della spallata cara a Meloni e Salvini, confido che sia ora Berlusconi a indicare uno scenario ragionevole e di conseguenza percorribile", scrive su Twitter il senatore di Forza Italia Andrea Cangini.
"La chiave di volta è Berlusconi. Deve intervenire lui", dice Umberto Bossi. Vertice anche del centrosinistra, che per il sesto scrutinio sceglie l'astensione (anche se i senatori di FdI non rispondono alla chiama). "Registriamo la sconfitta fragorosa della strategia del centrodestra", osserva Federico Fornaro, capogruppo di Leu alla Camera. "Sono arrivati a una prova muscolare quando sono giorni che si dice che nessuno ha la maggioranza in questo Parlamento. Questa è la dimostrazione".
Per matteo Renzi "è il momento della saggezza, del buon senso e della ragionevolezza". Intanto, fonti M5s fanno trapelare che Giuseppe Conte sta sentendo esponenti del centrodestra "che, dopo questa forzatura istituzionale e il fallimento della prova, appare molto diviso e si intensificano le trattative". nel pomeriggio il sesto scrutinio, ma si profila una nuova fumata nera.