AGI - Nel giorno del quarto scrutinio, quando la maggioranza richiesta per l'elezione del presidente della Repubblica si abbassa e servono 505 voti, prosegue la trattativa tra le forze politiche per tentare la convergenza su un nome condiviso. Ma lo stallo sembra anche oggi avere la meglio e si profila una nuova fumata nera. Il centrosinistra conferma la scheda bianca, così Italia viva. Il centrodestra, invece, opta per l'astensione.
Riunioni e vertici si susseguono sin dalla prima mattina e andranno avanti anche in serata. Al momento, mentre i grandi elettori sfilano dentro le cabine nell'emiciclo, tra centrodestra e centosinistra si continua a registrare una netta distanza, anche se i contatti tra i leader sarebbero costanti, e si attende un possibile nuovo faccia a faccia tra Matteo Salvini e Enrico Letta.
Ma le fibrillazioni non mancano nemmeno all'interno delle stesse coalizioni: nel centrosinistra c'è il timore che una parte dei 5 stelle strappi rispetto alla linea degli alleati, mentre si continuano a guardare con sospetto le mosse di Giuseppe Conte che, secondo un parte di dem e di M5s, starebbe portando avanti una 'doppia trattativa'.
Alcuni malumori anche all'interno dei dem, con l'ipotesi Casini - al momento parrebbe naufragata - che non trovrebbe sponde in una larga fetta dei democratici, così come soluzioni che potrebbero mettere a repentaglio il governo e la stessa legislatura. Per il secondo giorno consecutivo sale la tensione nel centroestra: ieri FdI si è smarcata dalla linea del resto della coalizione e anzichè votare scheda bianca ha dato indicazione ai suoi 63 grandi elettori di votare per Guido Crosetto (che alla fine ha incassato 114 voti, quindi un 'bacino' di preferenze che va oltre i confini di FdI).
Meloni ha spiegato di aver voluto dare un segnale chiaro agli alleati, per poi tornare a chiedere a Salvini di fare una proposta di centrodestra. Stessa determinazione ribadita oggi, ad avvio del quarto scrutinio, quando il centrodestra opta per l'astensione (i grandi elettori non ritirano la scheda), una scelta criticata duramente da Matteo Renzi ("è irresponsabile e scandaloso") e che tra i cpannelli in Transatlantico voiene letta anche come un modo pr evitare "nuovi smarcamenti".
Meloni non nasconde la propria irritazione. Dal partito viene fatto filtrare che la presidente di Fratelli d'Italia ha dato il via libera all'astensione nella quarta votazione per il presidente della Repubblica per non spaccare la coalizione. Ma non era assolutamente d'accordo, viene spiegato. "Abbiamo insistito per votare un nostro candidato", viene riferito. "Il centrodestra, per noi, ieri come oggi, doveva misurarsi con l'Aula. Anche perchè, su Elisabetta Casellati, per noi, i 50 voti in più, quelli che servono a raggiungere la maggioranza, c'erano eccome". "Gli alleati invece non hanno voluto contarsi", si aggiunge.
"Non hanno voluto votare. Viene quasi il sospetto che non siano capaci di tenere i voti". Salvini, invece, difende la scelta del non voto ("per evitare scontri") e assicura: "Lavoro a una proposta di centrodestra", confermando il 'no' a Casini e l'intenzione di "non volre prove di forza", quelle che invece chiede l'alleato FdI.
Enrico Letta chiede a tutti di "uscire dalla logica vincitori e vinti" e pur nella cautela spiega di "guardare le cose con fiducia e ottimismo". Conte resta fiducioso "che si apra la possibilita' di un dialogo più serrato per arrivare a una soluzione condivisa", anche "perchè nessuna colazione puo' pensare di eleggere un presidente di parte, che non rappresenti tutti".
Intanto cresce la richiesta di procedere, dal prossimo scrutinio, con due votazioni al giorno. I primi a porre la questione a Fico sono stati i capigruppo di Italia viva. Ora si aggiungono anche Pd e Leu e stessa richiesta dovrebbe essere avanzata anche dal centrodestra.