AGI - I mercati guardano alla corsa al Quirinale, ma pensano ad altro. Quello che veramente li preoccupa, in questa fase, è la stretta monetaria avviata dalle banche centrali, il surriscaldamento dell'inflazione e l'inversione al ribasso delle Borse. Questo non significa però che non abbiano una propria idea su come andrebbe risolto il 'rebus' delle elezioni presidenziali italiane.
Per gli investitori, la soluzione ideale sarebbe il mantenimento del ticket attuale, con il tandem Sergio Mattarella al Colle e Mario Draghi a Palazzo Chigi. I due statisti garantiscono una rodata stabilità politica, economica e finanziaria. Si tratta però di uno 'status quo' che al momento appare irrealizzabile, con Mattarella che ha fatto sapere a più riprese di non essere disponibile per un secondo mandato.
A fare davvero paura agli investitori è un'eventuale crisi politica e la conseguente ipotesi di elezioni anticipate. "Il nostro scenario base - affermano ad esempio gli analisti di Morgan Stanley - è che il primo ministro Draghi rimanga nel suo ruolo attuale e che la forte performance economica dell'Italia, guidata dal Recovery Fund continui. Se Draghi si dimette, vediamo un aumento del rischio di elezioni anticipate con alcuni obiettivi del Recovery Fund eventualmente posticipati e il finanziamento dell'Ue ritardato".
Il timore è che il trasloco di Draghi da Palazzo Chigi al Quirinale possa mettere in crisi l'attuale maggioranza con il rischio di andare a votare con un anno di anticipo. Ipotesi che tutti, o quasi, anche in Parlamento, vogliono scongiurare, visto che la prossima legislatura conterà 230 deputati e 115 senatori in meno e che, dunque, la gran parte degli attuali parlamentari non verrebbe più rieletta.
I mercati puntano sulla continuità dell'attuale esecutivo. E ciò, ragionano, può allo stato attuale avvenire soltanto in due modi: mantenendo Draghi premier e nominando un capo dello Stato affidabile, oppure, ma in second'ordine, dirottando Draghi al Colle e nominando a Palazzo Chigi un capo del governo in grado di tenere assieme l'attuale, eclettica maggioranza fino al 2023, naturale scadenza della legislatura.
Quello che assolutamente va evitato sono le elezioni anticipate, la quali, se soltanto fossero evocate, potrebbero costare, nell'immediato almeno 20 punti di spread e più a lungo termine, affermano gli analisti, una risalita del differenziale almeno fino a 200 punti.
Tuttavia c'è un'altra strada che questa corsa al Quirinale potrebbe prendere e che, tutto sommato, non dispiacerebbe ai mercati. Dietro le quinte in molti pensano, che, in caso di voto negativo per Draghi al Quirinale, per salvare il governo, l'unica soluzione possibile sarebbe quella di richiamare Mattarella e costringerlo a restare al Colle.
Fantapolitica? In questo momento un esito del genere appare remoto, tuttavia per i mercati il mantenimento del ticket Draghi-Mattarella sarebbe la soluzione ideale. Gli investitori, insomma, sono per ora propensi a restare a guardare ma lo faranno da spettatori interessati, facendo pesare la propria presenza, non coi voti ma con lo spread non appena la situazione dovesse incanalarsi lungo strade a loro sgradite.