AGI - Lunedì 24 gennaio si vota per eleggere il tredicesimo presidente della Repubblica. In Parlamento si riuniranno i 1.009 grandi elettori: 315 senatori, 6 senatori a vita, 630 deputati e 58 delegati regionali, 3 per ogni Regione, a eccezione della Valle d’Aosta che ne ha uno. Per l’elezione nei primi tre scrutini è necessaria la maggioranza dei tre quarti (673 voti), mentre dalla quarta votazione è sufficiente la maggioranza assoluta dei votanti (505). In questo momento nessuno degli schieramenti è nelle condizioni di eleggere autonomamente il presidente; oltre ai partiti di centrodestra e centrosinistra, hanno un ruolo decisivo quelle forze che al momento non possono essere incasellate nei principali schieramenti.
Con gli algoritmi di intelligenza artificiale di Kpi6* abbiamo analizzato le conversazioni sul web per capire come si parla di #Quirinale e Presidente della Repubblica, quali sono i nomi più menzionati e i partiti più attivi sui social media.
Analizzando le conversazioni in rete osserviamo che l’elezione del Presidente della Repubblica è collegata al Presidente del Consiglio, Mario Draghi, e alla gestione delle risorse previste dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Nel 2022 vanno raggiunti 102 obiettivi prefissati, per potersi assicurare le seconda e terza rata dei fondi europei, in tutto 40 miliardi. Qualora Draghi venisse eletto alla presidenza della Repubblica, si aprirebbero nuovi scenari, comprese le possibili elezioni anticipate; in molti si domandano che fine farebbe la gestione dei fondi e gli impegni assunti in Europa.
L’andamento delle conversazioni è progressivamente cresciuto fino al 18 gennaio, picco registrato in concomitanza della dichiarazione di Vittorio Sgarbi, impegnato a verificare le intenzioni dei parlamentari indecisi e appartenenti a forze politiche diverse da quelle della coalizione di centrodestra.
Il deputato e critico d’arte si è speso in questi giorni in cerca di consensi per sostenere la candidatura del leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, ma al momento il tentativo sembra concluso: “L'operazione scoiattolo si è fermata. Se fossi in Berlusconi, cercherei un altro nome per il Quirinale” ha commentato Sgarbi.
Analizzando i contenuti e le conversazioni degli esponenti delle forze politiche sul web, non sembra prevalere una linea condivisa, non emergono nomi in grado di provocare un ampio consenso, i toni in generale sono divisivi, ostili e prevale la tattica politica.
Tra le forze politiche più attive sui social troviamo quelle di centrodestra, in grado di produrre circa il 50% delle conversazioni, ma in questo caso osserviamo una distribuzione molto partecipata di tutti i partiti, rilevando alcune frasi particolarmente ricorrenti come: “Draghi credibilità”, “Berlusconi danni”, “Draghi resti al Governo”.
La votazione per la massima carica dello Stato non dovrebbe provocare ostilità e divisioni, eppure gli haters, le persone che utilizzano linguaggi violenti, volgari, pubblicando in rete contenuti aggressivi e spesso discriminatori, non risparmiano nemmeno questo delicato passaggio istituzionale. Delle oltre 164mila conversazioni su Twitter con focus #Quirinale e #PresidentedellaRepubblica, oltre il 7% si caratterizzano per i linguaggi offensivi, violenti e carichi di odio.
In generale tra tutti i nomi circolati in queste ore, ne abbiamo selezionati 14, i più menzionati, di cui cinque donne: Draghi, Berlusconi, Cartabia, Casini, Moratti, Casellati, Prodi, Bersani, Franco, Segre, Gentiloni, Bonino, Pera e Gianni Letta.
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Nella rilevazione di due settimane fa era Mario Draghi, il più menzionato in rete dalla audience (44%) quando si parlava delle elezioni del Presidente della Repubblica, seguito da Silvio Berlusconi (41%). Oggi il rapporto si è invertito, con il leader di Forza Italia al 47% delle conversazioni e l’attuale Presidente del Consiglio sceso al 39%, ampiamente distanziata Marta Cartabia (2%). Berlusconi e Draghi continuano a monopolizzare l’interesse degli utenti provocando in totale oltre 85% delle discussioni.
* Analisti: Gaetano Masi, Marco Mazza, Giuseppe Lo Forte, Pietro La Torre; Design: Cristina, Addonizio; Giornalista, content editor: Massimo Fellini