AGI - Torna in piazza il Popolo Viola, il movimento nato in opposizione ai governi Berlusconi. E lo fa proprio nel giorno in cui il presidente della Camera, Roberto Fico, invierà le lettere ai grandi elettori per eleggere il Capo dello Stato. C'entra, naturalmente, il fatto che proprio il leader di Forza Itaia sia tornato nelle ultime settimane al centro delle cronache politiche come uno dei nomi candidabili dal cantrodestra. "Ancora Tu? Ma non dovevamo vederci più?", commenta ironico uno degli 'animatori' del Popolo Viola, Gianfranco Mascia.
"In effetti è perlomeno paradossale, a 9 anni dall'ultimo presidio importante del Popolo Viola, quando la Cassazione certificò la condanna definitiva di Silvio Berlusconi, dover convocare ancora le attiviste e gli attivisti per un presidio" con l'obiettivo di "sancire che anche solo il pensiero di sentirlo nominare come candidato al Quirinale è quanto di più lontano che un Paese civile e democratico possa aspettarsi".
L'appuntamento è per il 4 gennaio, a Roma, in piazza Santi Apostoli, dalle 17 in poi, per "un presidio resiliente e resistente", aggiunge Mascia. Una iniziativa che vorrebbe servire a mettere sul 'chi va là' chi sarà chiamato dal Presidente della Camera Fico a votare il, o meglio la, Presidente della Repubblica Italiana. Il nostro sarà un avvertimento civile e composto, ma chiaro", spiega ancora Mascia: "Non si vota un pregiudicato e chi ha rappresentato negli ultimi 30 anni il peggio della politica italiana, con le sue gaffe, le sue leggi ad personam, i suoi processi e anche i suoi stili di vita che in qualsiasi altro paese democratico lo avrebbero espulso definitivamente dalla vita politica".
"Quella che stiamo vivendo è una sceneggiatura che sembra scritta dal regista di Good Bye, Lenin!, ma al contrario. Mentre lì la protagonista si risveglia e deve fare i conti con un modo completamente diverso dopo la caduta del muro e del comunismo, qui è come se ci fossimo addormentati quel 1 agosto 2013 in piazza Cavour a Roma, convinti che Berlusconi sarebbe uscito definitivamente dalla scena politica e ci potremmo risvegliare fra poco più di un mese, come il più alto rappresentante istituzionale", prosegue Mascia che spiega ancora: "Ecco perchè il presidio del 4 gennaio non sarà un raduno di redivivi, ma la rappresentanza di quella società civile, lo abbiamo visto tante volte, che ha sempre oscillato tra fasi di latenza e di movimento, ben identificate da Alberto Melucci come momenti di sperimentazione ed elaborazione di nuovi significati e nuovi codici, per formare una identità collettiva che emerge quando necessario.
E' capitato tante volte nella nostra storia: negli anni ci siamo impegnati in progetti diversi (ecologia, diritti, democrazia) che non esigevano una presenza in piazza, ma piuttosto elaborazioni culturali e politiche. Spesso abbiamo sopperito noi, forse indegnamente, alla mancanza di grandi figure di riferimento che storicamente rappresentavano l'avanguardia intellettuale di questa identità: Franca Rame, Dario Fo, Oliviero Beha, Mario Monicelli, Margherita Hack, Giorgio Bocca, Gino Strada, Andrea Camilleri, per citare solo alcune e alcuni di coloro che parteciparono alle nostre iniziativa, sostenendo le nostre battaglie, e che purtroppo non ci sono più.
Per fortuna una nuova generazione - soprattutto in merito alle emergenze climatica, sociale e della cura - è nuovamente mobilitata nelle piazze e sui social, come è stato con il Popolo Viola. A queste nuove soggettività chiediamo di unire gli sforzi per aprire una nuova stagione sul fronte della salvaguardia della democrazia e difesa delle istituzioni. Quindi ci vediamo il 4 gennaio, dalle 17, in piazza Santi Apostoli, 'sperando che non sia follià, come concludevano Battisti e Mogol", conclude.