AGI - Siamo ormai giunti in prossimità del Natale e delle festività di fine anno, un periodo in cui i sondaggisti si prendono una pausa. È quindi il momento ideale per dare un ultimo sguardo allo stato di salute della politica italiana, e ai consensi registrati dai vari partiti. L’ultima Supermedia dei sondaggi di questo 2021 vede il Partito Democratico ancora primo (e ancora in crescita) tra le liste: con il 21,5%, il partito guidato da Enrico Letta ha ormai due punti esatti di vantaggio su Fratelli d’Italia (19,5%). Era dallo scorso giugno che il primo partito non aveva un margine così “ampio” sul secondo (all’epoca si trattava della Lega, sempre su FDI): e anche questo ci dà un’idea di quante cose siano cambiate nell’anno che va a chiudersi.
La Lega di Salvini continua a restare in terza posizione, poco sotto il 19%. Ormai piuttosto distante, al quarto posto, c’è il Movimento 5 Stelle, che chiude il 2021 in discesa al 15% (uno dei suoi valori più bassi da inizio legislatura). Forza Italia, invece, prosegue nel suo percorso di lenta ma costante crescita registrato nelle ultime settimane, tornando sopra quota 8% (non accadeva dallo scorso marzo) forse beneficiando della “nomination” di Silvio Berlusconi a candidato del centrodestra per il Quirinale.
Tra i partiti minori, Azione di Carlo Calenda è l’unico che ad oggi sarebbe in grado di superare da solo la soglia di sbarramento attualmente prevista dalla legge elettorale (3%), mentre tutti gli altri partiti – da Italia Viva a Sinistra Italiana, passando per Più Europa, MDP e i Verdi – si aggirano intorno al 2%, se non addirittura sotto.
Le (tante) variazioni registrate dai sondaggi per ciò che riguarda i partiti negli ultimi mesi non hanno però intaccato i rapporti di forza tra maggioranza e opposizione: complice il fatto che quello attuale è un esecutivo non politico, bensì di unità nazionale, i partiti che in Parlamento appoggiano il Governo possono contare complessivamente su più del 73% dei consensi. Dall’inizio dell’esperienza di Draghi a Palazzo Chigi, questa percentuale è scesa di soli 5 punti, di cui peraltro 3 a vantaggio di FDI (principale partito di opposizione, posizionato a destra) e 2 ascrivibili al mancato appoggio di Sinistra Italiana (situata dalla parte opposta dell’emiciclo).
Molto diversa la situazione se si va a osservare lo stato di salute delle diverse componenti della variegata maggioranza di governo. Si va rafforzando la tendenza emersa negli ultimi mesi, che vede una crescita dell’asse giallo-rosso e un netto indebolimento del centrodestra “governista”. In altri termini, i partiti di centrosinistra sembrano soffrire molto meno la convivenza in un esecutivo di unità nazionale rispetto a quelli di centrodestra (anche se da entrambi i lati ci sono due soggetti molto più in sofferenza, e cioè il M5S e la Lega – non a caso i grandi vincitori delle elezioni politiche 2018).
Se i partiti progressisti sembrano non pagare più di tanto il loro sostegno al Governo Draghi, dall’altro lato il premier appare avere un sostegno leggermente più elevato tra gli elettori che si auto-collocano a sinistra o a centro-sinistra, come rilevato da una recente indagine dell’istituto Ixè. Sembra dunque che le forze politiche – e soprattutto i rispettivi elettorati – che più erano rimasti “traumatizzati” dalla defenestrazione di Giuseppe Conte e dalla sua sostituzione con l’ex presidente della BCE si siano messi alle spalle l’iniziale diffidenza verso l’attuale premier.
E tutto questo potrebbe avere effetti non secondari nella delicata partita che sta per aprirsi – una volta messe in sicurezza le incombenze di natura economica – con l’elezione del nuovo Presidente della Repubblica. Come è noto, da diverso tempo il nome di Mario Draghi è uno dei più accreditati (se non il più accreditato in assoluto) tra quelli che si ipotizza possano ambire a succedere a Sergio Mattarella. Ed è stato lo stesso premier, nella recente conferenza stampa di fine anno, a lasciar intendere di essere assolutamente disponibile a ricoprire il più prestigioso degli incarichi.
Eppure, gli italiani sembrano scettici riguardo a questa possibilità. Lo confermano alcuni sondaggi pubblicati nell’ultima settimana, che confermano la rilevazione di Ipsos di cui vi avevamo dato conto già una settimana fa. Il 54% degli italiani intervistati dall’istituto EMG “vede” Draghi ancora al suo posto a Palazzo Chigi nel 2022, contro un 17% che invece prevede una sua ascesa al Colle più alto. Se si passa dalle previsioni agli auspici, il quadro non cambia: secondo il sondaggio di Euromedia, Draghi dovrebbe continuare a guidare il Governo per quasi 6 italiani su 10 (59,7%) mentre sarebbe meglio che diventasse Presidente della Repubblica solo per l’11,8%. Anche per Demopolis i “continuisti” sarebbero il 60%, ma secondo questo istituto la quota di elettori che ritiene “preferibile” che il nuovo Capo dello Stato sia Draghi sarebbe leggermente più alta – per quanto, comunque, nettamente minoritaria: 18%.
La fine del 2021 tratteggiata dalle inchieste demoscopiche regala quindi uno scenario apparentemente contraddittorio: con il Partito Democratico al primo posto tra le liste e sempre più “influente” all’interno del Governo, ma con una coalizione di centrodestra che sulla carta continua ad essere quella nettamente favorita in caso di nuove elezioni. E con un premier, Mario Draghi, che è tuttora – e nettamente – il leader politico con i tassi di fiducia più alti, ma che gli italiani preferirebbero vedere restare al suo posto, piuttosto che “promuoverlo” al ruolo della più alta carica dello Stato.
NOTA: La Supermedia YouTrend/Agi è una media ponderata dei sondaggi nazionali sulle intenzioni di voto. La ponderazione odierna, che include sondaggi realizzati dal 9 al 22 dicembre, è stata effettuata il giorno 23 dicembre sulla base della consistenza campionaria, della data di realizzazione e del metodo di raccolta dei dati.
I sondaggi considerati sono stati realizzati dagli istituti Demopolis (data di pubblicazione: 21 dicembre), EMG (23 dicembre), Euromedia (21 dicembre), Ixè (20 dicembre), SWG (13 e 20 dicembre) e Tecnè (11 e 18 dicembre).
La nota metodologica dettagliata di ciascun sondaggio considerato è disponibile sul sito ufficiale www.sondaggipoliticoelettorali.it.