AGI - "Da diverse settimane in Europa c'è un peggioramento del quadro epidemiologico. In numeri dell'Italia sono più bassi, ma anche in Italia c'è una crescita del contagio" che deve portare a tenere alta l'attenzione. Questo è l'avvertimento lanciato dal ministro della Salute, Roberto Speranza, ospite di 'Che tempo che fa'.
Speranza è tornato sul tema delle restrizioni natalizie spiegando che "dipende da noi. L'indice del contagio non è già deciso. I due fattori essenziali" sono il livello di "vaccinazione e l'utilizzo di modalità comportamentali previste".
Così "possiamo limitare il più possibile le restrizioni. Nei momenti delicati la stragrande maggioranza degli italiani ha capito la posta" che è in gioco ed e' stata "straordinaria".
"Le misure di precauzione sono determinanti, davvero decisive, e voglio fare un appello a favore della vaccinazione", ha detto. "Ogni vaccino in più ci consente di avere uno scudo in più", ha sottolineato il ministro.
"Il vaccino è l'arma fondamentale" contro il Covid. "In questo momento manteniamo le regole esistenti sui viaggi internazionali, dopo di che non c'è dubbio che dobbiamo monitorare l'evoluzione del quadro epidemiologico e come fatto in questi mesi adeguiamo le scelte" a questo quadro, ha aggiunto.
"Abbiamo bisogno che tutti coloro che sono stati vaccinati vadano a "farsi il richiamo" dopo sei mesi, questo è davvero "molto importante", ha spiegato il ministro. "Che chi non si vaccina non aiuti il Paese, non c'è oggettivamente alcun dubbio".
E ancora: "Non porterei la linea a dire che se una persona non è vaccinata non la si cura", ha aggiunto alludendo a Singapore che ha deciso che chi non si vaccina e si ammala pagherà le cure. "Penso che la nostra Costituzione ci dia un messaggio non negoziabile. Se una persona sta male si cura", ha insistito Speranza, "il Paese deve difendere l'impianto universalista della Carta, la Costituzione viene prima".
Il ministro ha chiarito anche sulla inoculazione nei confronti dei più piccoli: "Aspettiamo un pronunciamento di Ema che darà probabilmente il via libera" per la vaccinazione fra i 5 e gli 11 anni. In "queste ore c'è un confronto per accompagnare questa decisione con una capacità di dialogo con le famiglie". Con l'ok di Ema si procederà "soprattutto per proteggere le nostre famiglie".