AGI - Due giorni dopo le frasi di critica di Giancarlo Giorgetti contenute nelle anticipazioni del libro di Bruno Vespa, va in scena, a porte chiuse, il confronto tra Matteo Salvini e il suo vice.
Durante una riunione di oltre tre ore del consiglio federale leghista, Matteo Salvini fa un discorso a tutto campo per poco meno di un’ora. Il capo della Lega è molto arrabbiato con il ministro dello Sviluppo economico. Senza riferimenti specifici, è durissimo nel chiedere ai suoi, ancora una volta, di evitare le polemiche.
Dopodiché, interviene Giorgetti che - viene riferito - si mostra dispiaciuto per l’intervista e fa una sorta di ‘mea culpa’ per l'incidente dell'intervista, ribadendo la sua “fiducia” nel segretario.
Le posizioni dei due restano però distanti in merito alla collocazione europea del partito. Giorgetti è convinto - e lo dice da tempo - che la Lega debba aprire un dialogo con i Popolari europei.
Mentre Salvini, nella sua ‘arringa’ di 50 minuti chiude nuovamente le porte a questa ipotesi. “Mi interessa parlare di flat tax o bonus ai genitori separati. Mi appassionano i temi concreti. Non di altro”, bacchetta i suoi il segretario leghista, chiedendo di evitare le polemiche interne.
Poi sulla prospettiva europea, Salvini è tranchant. “Il Ppe non è mai stato così debole, è impensabile entrare nel Partito popolare anche perché è subalterno alla sinistra. E noi siamo alternativi alla sinistra”, tiene a sottolineare.
Poi l’appuntamento, anticipato ieri, con l’assemblea programmatica. “L’11 e 12 dicembre la Lega farà una conferenza programmatica a Roma per sancire, aggiornare e decidere i binari su cui viaggiamo”, spiega. “La visione della Lega vincente, ne sono convinto. Non inseguiamo la sinistra, perché altrimenti perdiamo”. Subito dopo cominciano gli interventi. A partire da Giorgetti, tutti coloro che intervengono, viene fatto trapelare dalla segreteria leghista, esprimono “totale fiducia nell’attività, nella visione e nella strategia del segretario Salvini”.