AGI - "Se fallisce Glasgow, fallisce tutto". Così Boris Johnson di ritorno in Gran Bratagna dopo un G20 che, almeno sul fronte clima, qualche perplessità la lascia. Come per il G20 a Roma anche a Glasgow sarà assente il grande "imputato", il maggior inquinatore del pianeta, ovvero la Cina di Xi Jinping che con quasi il 30% di emissioni globali guida nettamente questa classifica.
"Abbiamo fatto progressi al G20, ma non basta", ha avvertito il padrone di casa Johnson che spera con il vertice sul clima di rilanciare il suo governo e la sua immagine, ultimamente parecchio ammaccata da un'impennata di nuovi contagi che sta scuotendo il Paese.
Andando in giro per la città si capisce il motivo, visto che i britannici hanno messo in tasca le mascherine e accantonato le misure preventive e vivono e si comportano come se il Covid fosse un lontano ricordo.
Questa mattina Joonson ha accolto il premier Mario Draghi arrivato al Sec (Scottish Event Campus) intorno alle 11 (12 ora italiana). Poi gli incontri tra cui un bilaterale con il premier israeliano Naftali Bennet, e con quello libanese Najib Mikati. A fine giornata (forse) una conferenza stampa per fare il punto della situazione.
Intanto anche se la discussione generale in materia di clima nell'ambito del G20 ha lasciato qualche dubbio, l'Italia sta facendo la sua parte e non si tira indietro. "Continuiamo l'impegno nella lotta al cambiamento climatico. I Paesi del G20 si sono impegnati a mantenere l'obiettivo di 1,5 gradi con una serie di interventi immediati. Abbiamo deciso di lasciarci alle spalle il carbone e di eliminare i finanziamenti entro il 2021. Tutti i Paesi del G20 si impegneranno a emissioni zero entro la metà del secolo", ha detto il presidente del Consiglio italiano.
"Sono lieto di annunciare che l'Italia triplicherà il suo impegno finanziario a 1,4 miliardi di dollari all'anno per i prossimi 5 anni", ha sottolineato Draghi a conclusione del G20. Come G20 "ci siamo avviciniati molto di più all'obiettivo di raggiungere il finanziamento di 100 miliardi di dollari a sostegno dei paesi" più vulnerabili. "E come ha detto il presidente Macron possiamo utilizzare i finanziamenti per colmare qualsiasi divario".
Il testo della bozza finale del G20 sul clima parla di emissioni zero "intorno a metà secolo", senza indicare il 2050. La Cina chiedeva il 2060, non verrà accontentata. Resta il fatto però che Pechino seguirà la sua strada con il picco delle emissioni entro il 2030 e l'annullamento delle stesse solo 30 anni dopo.
Troppo tardi per molti scienziati e ambientalisti. Sul carbone, il testo finale prevede la fine dei finanziamenti statali delle centrali a partire dal 2021. Insomma quello cominciato ieri in Scozia sarà un vertice con molte insidie. A Glasgow ieri non c'era il temuto sciopero dei netturbini, minacciato giorni fa per paralizzare il vertice.
Anzi i camion che puliscono le strade con le spazzole rotanti erano più attivi che mai e le strade brillavano come al solito complice anche la leggera pioggia tipica di queste parti. Nè c'era l'ombra della protesta dei seguaci di Greta Thumberg, giunta nella città scozzese da un piao di giorni ("pur non essendo stata invitata", si è lamentata), piuttosto frotte di ragazze e ragazzi mascherati per Halloween che affollavano pub e discoteche.