Dall'inviato Giovanni Lamberti
AGI - Nessuno al tavolo dei leader Ue gli ha chiesto dei sovranisti italiani, "tutti sono fiduciosi sul fatto che questo governo sia europeista", del resto "l'adesione della Lega è stata decisa sulla base di un discorso che ho fatto e che vedeva l'Europa come un grande successo". Mario Draghi sa che il tema dell'immigrazione - di cui si è occupato il Consiglio europeo nella giornata conclusiva del vertice - è un fronte sensibile non solo all'interno dell'Unione europea ma anche della maggioranza che sostiene il suo esecutivo.
Ma l'ex premier è convinto di aver portato a casa comunque dei risultati. Perchè nelle conclusioni dei lavori della riunione erano state inseriti dei riferimenti alle richieste dei Paesi della Ue che vogliono mettere un freno ai movimenti secondari - ovvero dei migranti che si spostano da uno stato all'altro dell'Unione - e spingono affinchè sia proprio Bruxelles a farsi carico di alzare muri.
Il via libera ai finanziamenti non è arrivato - dice il presidente del Consiglio - e anzi quella spinta è stata un boomerang perchè, al contrario, si è aperto "uno spiraglio sulla discussione sul Patto di asilo e di migrazione, ferma da un anno". Ed in ogni caso "ogni finanziamento" andrà "proposto alla Commissione che è contraria e sottoposto al Consiglio dove siamo in tanti contrari, a partire da noi". Per di più ogni eventuale proposta "dovrà includere il rispetto dei diritti fondamentali".
Avrebbe dovuto chiudersi nel giro di un paio di ore la riunione iniziata questa mattina. Ma il premier, nell'ammettere ai cronisti le difficoltà ("C'è ancora molto da lavorare") aveva già fatto capire quale fosse lo scoglio sul quale si è poi arenata la discussione tra i 27 Paesi Ue. "Nel testo iniziale c'era una parola sulla modifica di Schengen, non c'è nel testo finale e siamo soddisfatti", ha spiegato in conferenza stampa, ammettendo che "più debole è la protezione delle frontiere esterne dell'Unione europea, tanto più forte è la pressione per la limitazione dei movimenti di persone all'interno dell'Ue".
Dunque, il presidente del Consiglio ha evitato di ritrovarsi il partito di via Bellerio nuovamente sulle barricate. E anzi ha chiesto che l'Europa agisca allo stesso modo sul tema dei rimpatri, senza privilegiare un paese o una rotta, perchè se prima era l'Italia ad essere stata lasciata sola, ora la questione immigrazione sta diventato un problema comune.
E anche sulle pensioni Draghi, pur ammettendo di essere contrario da sempre a Quota cento e che questa misura "non sarà rinnovata", ha sottolineato la necessità di procedere con gradualità. "Non mi interessano le etichette, mi interessa difendere lavoratori e pensionati ed evitare il ritorno alla legge Fornero. Ci stiamo lavorando con Draghi, partendo dalla tutela dei lavoratori precoci e dei dipendenti delle piccole imprese, troveremo sicuramente una soluzione positiva", gli ha fatto sponda Salvini, mentre da Washington il ministro dello Sviluppo Giorgetti ribadiva che la linea del partito è pro Draghi. "Andrà avanti, con lui c'è credibilità", le scelte si misurano sui tempi medi e lunghi, così - ha detto il numero due del Carroccio - fa la politica con la 'p' maiuscola".
Draghi nella riunione del Consiglio è inoltre tornato a chiedere un impegno concreto dell'Unione europea sull'energia per fronteggiare l'aumento dei prezzi. L'Europa - ha rimarcato il premier - ha previsto degli interventi immediati, con aiuti alle famiglie, ma serve raggiungere un'autonomia strategica, "puntando sulle rinnovabili".
L'obiettivo - Draghi lo chiama "il punto d'arrivo" - insomma è già tracciato, il problema, però, - questa la convinzione del Capo del governo - è che "se i prezzi del gas salgono, si pone un problema anche di finanziare questo percorso. Ed è difficile rinunciare al gas immediatamente per molti Paesi".
In ogni caso le sfide che si trova ad affrontare l'Europa - a partire dalle vaccinazioni ("La terza dose sarà necessaria per alcune categorie", ha ricordato Draghi) alla transizione ecologica e a quella digitale sono così delicate e difficili che andranno gestite con regole di bilancio diverse.