AGI - L’attesa è finita, me le polemiche proseguono: oggi è entrato in vigore il green pass obbligatorio sui posti di lavoro, ma è anche il giorno della protesta. In numerose città italiane ci sono state minacce di scioperi, i portuali di Genova e Trieste chiedono un rinvio dell'obbligo di presentare il certificato vaccinale, ma l’allarme, al momento, sembra rientrato e non ci dovrebbe essere nessun blocco delle attività. Tensione anche in Liguria e allarme degli autotrasportatori: "Rischio paralisi". Confetra annuncia: “il 30% dei padroncini e l'80% degli autisti stranieri non lo ha il certificato verde”.
Con gli algoritmi di intelligenza artificiale di Kpi6* abbiamo monitorato le conversazioni su Twitter inerenti il passaporto vaccinale, osservando una distribuzione omogenea in tutta Italia e con livelli di disapprovazione che raggiungono l’85% delle emozioni ricavabili nei contenuti pubblicati.
Solitamente le conversazioni social sono più concentrate per zone geografiche a nord o a sud e nelle grandi città metropolitane, ma nel caso del green pass si discute molto in tutta Italia, senza distinzioni, con andamenti dei volumi complessivi di pubblicazione dei contenuti, costantemente in crescita dall’11 ottobre.
Tutti gli hashtag riguardanti la pandemia nelle sue diverse declinazioni, #GreenPassObbligatorio #GreenPassRendeLiberi #portualidiTrieste #VaccinoObbligatorio, sono stabilmente in tendenza, da diversi giorni.
Il dissenso prende forma attraverso le parole, e tra le frasi ripetute con maggiore frequenza rileviamo “Finalità squisitamente politiche”, “protesta green pass”, “sindacato blocca l’Italia” “sequestrati due canali Telegram”.
Moltissime conversazioni non si concentrano sugli aspetti sanitari della pandemia, e nemmeno sul collegamento tra vaccini e passaporto vaccinale ai fini del contenimento della diffusione del virus. Invece il focus è stretto sugli aspetti politici, sulle limitazioni delle libertà e il diritto al lavoro.
Il lavoro, i lavoratori, i tamponi gratuiti per accedere nelle aziende, il diritto allo stipendio, sono i temi al centro delle discussioni sul web, ma fino a qualche settimana fa le discussioni erano sbilanciate sui vaccini e sul timore di possibili nuove ondate di contagi, con il rischio di lockdown.
Il tema green pass e l’accesso ai luoghi di lavoro vede soprattutto gli uomini protagonisti sui social, con il 70% dei contenuti prodotti, prevalentemente in una fascia di età dai 25 ai 44 anni.
Anche tra le forze politiche il green pass è fortemente divisivo, trasversalmente negli schieramenti. In tutti i partiti osserviamo numerose distinzioni e prese di posizioni molto diverse.
La Lega, mostrando forte diffidenza verso l’attuale impostazione del passaporto vaccinale, si conferma la più attiva sui social su queste tematiche nell’ultima settimana, seguita da Forza Italia e Italia Viva.
L’attività di comunicazione della Lega sul il green pass si estende sull’intero mese di ottobre, nettamente distanziata dagli altri partiti politici che si sono alternati, in queste ultime due settimane, per volumi di contenuti pubblicati e numero dei parlamentari coinvolti nella discussione.
Italia Viva ha decisamente intensificato la sua comunicazione sul green pass e le tensioni sociali che sta producendo, con una linea molto chiara: lo stato di emergenza durerà almeno fino al 31 dicembre, vaccini e passaporto vaccinale sono gli strumenti che abbiamo per gestire al meglio la pandemia. Posizione condivisa da Forza Italia, PD mentre nel Movimento 5 Stelle vi sono posizioni spesso diverse.
Mentre Giorgia Meloni, leader di fratelli d’Italia, sebbene ribadisca la necessità di effettuare tamponi gratuiti per accedere ai posti di lavoro, nell’ultima settimana ha spostato il focus della sua comunicazione sulle elezioni amministrative a Roma, la gestione dei disordini pubblici e l’aggressione alla sede della Cgil.
* Analisti: Gaetano Masi, Marco Mazza, Giuseppe Lo Forte; Design: Cristina, Addonizio; Giornalista, content editor: Massimo Fellini