AGI - “La gravità del comportamento politico della sinistra è voler assimilare chi ha fatto violenze a una comunità che le violenze le subisce. Mentre parliamo, in questi mesi si sono accumulate azioni criminali contro FdI, Lega e addirittura il sindacato Ugl, senza che nessuno abbia condannato o si sia sognato di sciogliere le organizzazioni di sinistra”.
Per Francesco Storace, esponente storico della destra italiana ed ex-presidente della Regione Lazio, tutto il dibattito che si sta sviluppando in questi giorni attorno alle violenze di sabato scorso e al possibile scioglimento di Forza Nuova è viziato da un pregiudizio politico che, evocando l'antifascismo, ha dei precisi obiettivi politici in due partiti avversari del centrosinistra.
“E' evidente – osserva Storace, intervistato dall'AGI - che c'è la strumentalità. Chi conosce la destra sa che c'è sempre stato fin dai tempi del Msi uno spartiacque tra i partiti e le formazioni extraparlamentari. Ci sono state occasioni di contatto ma mai sulla pratica della violenza, e comunque si è trattato di occasioni contingenti. Si vuol far partire una sorta di abiura - aggiunge Storace - per un'operazione politica di parte”.
Quanto alla mozione depositata in Parlamento sullo scioglimento di Fn e su cui non c'è accordo politico tra tutte le forze costituzionali, Storace cita un esponente politico del campo avverso come Stefano Fassina:
"Ho letto le sue affermazioni e ha ragione: se la mozione sullo scioglimento di Forza Nuova venisse votata solo dalla sinistra, vorrebbe dire che solo quella parte è depositaria di valori come la democrazia. Tutto appare quindi strumentale, in campagna elettorale. Addirittura è stata indetta una manifestazione sindacale durante il silenzio elettorale. Che ci andrebbero a fare Salvini e la Meloni, a prendersi i fischi?”.
Quanto alle presunte ambiguità di Giorgia Meloni rispetto alle formazioni neofasciste come Fn e Casapound, Storace snocciola dei precedenti elettorali che a suo avviso dovrebbero togliere ogni dubbio sui partiti della destra parlamentare: “Fiore e Casapound li ho avuti contro alle Regionali, quando correvo contro Zingaretti ma all'epoca la sinistra non insorgeva perché toglievano i voti a me. Nel 2005 stessa storia, con la Mussolini, che fece vincere Marrazzo”.
Infine, a chi contesta a Giorgia Meloni il simbolo della Fiamma Tricolore, Storace ricorda anche che “il leader riconosciuto della destra di governo è stato Fini”.
“Ebbene – prosegue - lui è andato al governo nel 1994 come ultimo segretario del Msi, è stato vicepresidente del Consiglio, ministro degli Esteri e presidente della Camera, e nessuno gli ha mai rinfacciato la Fiamma tricolore. Addirittura Mirko Tremaglia – conclude - ex-combattente della Rsi, è stato ministro. Punire violenza d'accordo, ma che c'entra con l'abiura?”.