AGI - “Bisogna partire dal fatto che ci sono contemporaneamente due fenomeni. Da un lato c’è il movimento reale, dove paure, teorie complottistiche e malessere sociale si mischiano e come sempre si confondono, caratterizzato da una certa spontaneità e dai meccanismi tipici della mobilitazione attraverso i social. Dall’altro, c’è una parte che tenta di essere un’avanguardia di matrice più tradizionalmente fascista, e che probabilmente è totalmente indifferente alle questioni del Green pass, ma che prova, come ha provato nel corso di questi anni con i forconi, con le rivolte contro i campi rom e i campi dei migranti, a cavalcare questa situazione”. È l'analisi del ministro del Lavoro Andrea Orlando dopo l'assalto alla sede della Cgil contenuta in un’intervista al Corriere delle Sera.
Secondo Orlando si “prova a utilizzare questo movimento per scagliarlo contro le istituzioni democratiche” e “si tratta di un movimento consistente che trascina ed esaspera paure reali, quindi questa strategia rappresenta un salto di qualità nell’ambizione eversiva della destra neofascista”.
Per Orlando nei confronti di costoro “bisognerebbe applicare le norme che esistono: siamo andati oltre la dimensione del reducismo folkloristico. La nuova strategia eversiva merita una reazione di carattere diverso rispetto a quella un po’ accondiscendente che ha sottovalutato certi fenomeni apparentemente di reducismo grottesco. Adesso c’è un disegno che è oggettivamente e visibilmente pericoloso. Non escludo che oggi ci siano i presupposti per fare ciò che non si è fatto in passato, cioè, sciogliere quelle formazioni”.
In un colloquio con La Stampa, Orlando dice anche che “di fronte a questi attacchi, la Repubblica ha il diritto e il dovere di difendersi. Le forze repubblicane devono reagire, immediatamente” e che “chi attacca il sindacato, e un sindacato con una storia come la Cgil, mette in discussione le nostre libertà fondamentali”.
Orlando poi sottolinea: “La libertà è stata spenta cent'anni fa proprio con le aggressioni alle organizzazioni sindacali. E la libertà è tornata con la riconquista di quelle libertà sindacali: questo lo dobbiamo anche a una organizzazione come la Cgil che è stata parte essenziale della costituzione della Repubblica Italiana”.