AGI - È partita la caccia agli oltre 400 mila voti ottenuti al primo turno da Carlo Calenda e Virginia Raggi, arrivati terzo e quarta alle comunali a Roma. Chi tra Enrico Michetti e Roberto Gualtieri riuscirà ad assicurarsene la maggior parte avrà buone possibilità di vincere. Visto che lo scarto tra il 'tribuno' del centrodestra e l'ex ministro dell'Economia per il centrosinistra non è ampio: 35 mila voti. Così è iniziato un coro di dichiarazioni, appelli, ambasciate e contatti telefonici per cercare di orientare quel pacchetto di voti rimasti senza un candidato. Senza, però, stringere nuove alleanze.
Calenda ribadisce: "Quello che voto io è irrilevante, non chiedo né un accordo né un apparentamento né un posto che sia uno". E specifica: "Gualtieri dice che dà per scontato il mio appoggio, Sgarbi che devo fare l'assessore di Michetti. Il problema non sono io ma come riconquistare quei 220 mila voti. Non lo farete così, li conquistate se parlate dei temi che sono nel nostro programma".
Quindi ripete la sua condizione politica: "Dire che i 5 stelle non metteranno più piede nel governo della città, perché hanno lasciato un disastro epocale". Poi l'europarlamentare concede un'apertura: "È chiaro che sono più vicino a Gualtieri che a Michetti, che è impreparato e prestato alla politica".
Gli replica il leader del M5s Giuseppe Conte parlando di atteggiamento "arrogante" da parte del leader di Azione nel voler "dettare le condizioni agli altri". L'ex premier conferma la "traiettoria di dialogo costante con il Pd" e che il Movimento non chiederà assessori in una eventuale giunta capitolina a guida Pd. Del resto Enrico Letta traccia una linea chiara in vista del ballottaggio: "Nei prossimi giorni cercherò Calenda, Conte e Renzi. Parlerò con loro, ma dirò che non proporremo accordi di governo basati su posti e assessorati. Faremo una proposta con i cittadini di Roma", spiega il segretario Pd.
Gualtieri nel frattempo lancia segnali distensivi: "Con Calenda ci stiamo sentendo, scambiando messaggi. Rispetto il suo lavoro. Mi farebbe piacere un suo sostegno, non mi sognerei mai di darlo per scontato ma sarebbe la cosa più naturale, su molti punti programmatici ci sono convergenze. Mi rivolgo a lui e alle persone che lo hanno votato con massimo rispetto".
E ribadisce: "Confermo non ci saranno i 5 stelle in giunta? L'ho detto e lo confermo, sono abituato a dire le stesse cose prima del primo e del secondo turno". L'ex ministro, però, spende parole gentili anche per la sindaca uscente: "Mi ha fatto piacere la telefonata della Raggi. Riconosco il suo impegno e la sua determinazione, le ho fatto i complimenti per il risultato elettorale. Le ho detto che legalità e contrasto alle mafie saranno il mio assillo quotidiano".
Anche Michetti prova a tessere la sua rete. La Raggi ha accettato il suo invito a prendere un caffè assieme in Campidoglio nei prossimi giorni. Al contempo la sindaca fa sapere di essere in contatto telefonico anche con lo sfidante di centrosinistra. "Ogni cittadino voterà secondo coscienza, è una partita dove i partiti avranno un ruolo ma dietro le quinte, ora usciranno i candidati con i loro programmi", assicura Michetti.
Quanto a Calenda, che pure in campagna elettorale non gli ha risparmiato critiche aspre, l'avvocato argomenta: "Abbiamo un programma molto simile, che è quello del fare. Gli impianti per i rifiuti, una task force per il condono, usare chi prende il reddito di cittadinanza per lavori socialmente utili. Roma ha bisogno di un rilancio". Michetti ricorda: "Noi rappresentiamo la novità, la gente già conosce i risultati ottenuti in questi anni da M5s e Pd. Noi vogliamo una città del fare, pulita e che crea lavoro". La caccia alle preferenze è appena iniziata.