AGI - “Il Pd era per Conte, ora è per Draghi. Abbiamo salvato l'anima riformista di questa esperienza, prima o poi ci ringrazieranno”.
In un’intervista a La Stampa, Matteo Renzi, segretario e leader di Italia Viva, dichiara che “in queste ore si compie una parabola che è iniziata col Papeete, quando mandammo a casa Salvini, che si è sviluppata nel 2021, quando – contro tutti – facemmo l'operazione Draghi e che si completa oggi con la sconfitta dei sovranisti sui territori.
E quanto al Pd, vince quando abbandona la linea, per me suicida, del "O Conte o morte". La lezione di questa tornata amministrativa è chiara e forte: il Pd dovrà abbandonare i grillini, ci sarà spazio per un'area liberal-democratica, i Cinque stelle non arriveranno al 2023”.
Quanto a se stesso, Renzi poi dice: “Sono uno che pensa prima al Paese e poi alla sua parte. Con l'operazione Draghi abbiamo salvato l'Italia, che era la priorità. Fa il paio con il salvataggio dai pieni poteri di Salvini due anni fa” mentre sui 5 Stelle osserva: “Non sono più l'anti-casta e sono dentro il Palazzo, stando a tavola. E con quale ingordigia, peraltro. Se sei contro l'Expo a Milano e poi provi a sostenere il sindaco dell'Expo, alla fine resti fuori.
Conte impone la candidata del Fatto quotidiano e non entra neppure in Consiglio comunale: non è fantastico? Non c'è più spazio politico: se si istituzionalizzano c'è il Pd, se si movimentizzano c'è Paragone. E d'altra parte la popolarità non è consenso. Conte riempie alcune piazze, ma non riempie le urne neppure dove riempie le piazze. Non vuole parlare delle grandi città. Parliamo delle piccole, Eboli”.
E su Conte: “Conte è percepito più come influencer che come leader politico. Poi vai a vedere i voti: grande piazza a Eboli ma Cinque stelle al 4 per cento. Noi al 7. Sono forti nei sondaggi, poi vai a votare e prendono meno di noi”, conclude Renzi.