AGI - "Chi dice cose tanto assurde dovrebbe anche spiegare quale sarebbe stato il nostro interesse. Altrimenti è solo un insulto all'intelligenza delle persone". Replica così alle accuse di Salvini la procuratrice di Verona Angela Barbaglio che, con il pubblico ministero Stefano Aresu, gestisce il fascicolo per cessione di stupefacenti in cui è indagato Luca Morisi, lo stratega della comunicazione social di Matteo Salvini che oltre un mese fa si è dimesso dall'incarico.
E sull'espressione "attacco alla Lega" usata dal leader del Carroccio, la procuratrice ribatte, in una conversazione con il Corriere della Sera: "Ho l'assoluta certezza che nulla è stato detto da noi e posso assicurare che nulla è stato detto dai carabinieri, quindi sinceramente non capisco proprio questa uscita. Del resto per noi parlano i fatti", cioè "trattiamo questo fascicolo come tutti gli altri. Peraltro si tratta di una storia banale che risale alla scorsa estate. La perquisizione è avvenuta a metà agosto, che motivo avremmo avuto di far uscire adesso la notizia?", si chiede la procuratrice veronese.
Quanto al fatto che secondo Salvini c'è la volontà di danneggiare la Lega in campagna elettorale, Barbaglio risponde: "E quindi avremmo tenuto a bada la notizia fino a ora? Dire una cosa del genere vuol dire insultare l'intelligenza delle persone". Tuttavia il fatto che dell'inchiesta si parli soltanto adesso, secondo la procuratrice "Sinceramente questa è una domanda che non deve essere rivolta a me. Noi siamo estranei a tutto ciò che sta accadendo in queste ore. Pero' mi rendo conto che ormai lo sport nazionale è quello di sparare accuse contro i magistrati e le procure. E soprattutto di alimentare le polemiche. E voglio dirlo con chiarezza: è uno sport che non pratichiamo", conclude Barbaglio: "Noi non abbiamo avuto alcun ruolo nella gestione di questa notizia e quindi non so davvero che cosa rispondere".