AGI - Tutti i partiti della maggioranza, compresa la Lega, la formazione più critica, hanno ritirato gli emendamenti e il governo non quindi posto la questione di fiducia al decreto Green pass, all'esame dell'Aula della Camera. Matteo Salvini ha accolto con favore il mancato voto di fiducia su un tema così divisivo all'interno del suo partito. Ma ha anticipato che la Lega potrebbe votare alcuni degli emendamenti critici presentati dall'alleato di centrodestra all'opposizione, ovvero Fratelli d'Italia. Mentre, dal fronte governativo, il ministro delle Infrastrutture e mobilità sostenibili, Enrico Giovannini ha rassicurato leghisti e governatori di centrodestra sostenendo che "non si può imporre" il certificato verde "anche sul trasporto pubblico locale perchè dal punto di vista organizzativo non sarebbe gestibile".
A Montecitorio, la Lega, diversamente dagli altri partiti di maggioranza, ha votato a favore della richiesta avanzata da Fratelli d'Italia di accantonare gli emendamenti soppressivi dell'articolo 3 del dl, presentati sia dalla stessa FdI che dall'Alternativa c'è. La richiesta di accantonamento è stata respinta con 153 voti di differenza: hanno votato contro l'accantonamento Pd, Iv, Leu, M5s e Forza Italia. hanno invece votato a favore FdI, Lega e Ac. Prima che l'Aula decidesse di non procedere all'accantonamento, la Lega aveva comunque annunciato l'astensione dalla votazione, a scrutinio segreto, degli emendamenti (diversamente da quanto fatto in commissione Affari sociali dove aveva votato a favore) per contribuire a creare un "clima costruttivo".
Il centrodestra continua a essere diviso. "L'economia si sta riprendendo e abbiamo il dovere di assecondare questa ripresa mettendo il maggior numero possibile di italiani in sicurezza", scandisce il coordinatore di Forza Italia, Antonio Tajani. "Forza Italia sostiene l'allargamento dell'utilizzo del green pass a tutti i lavoratori, pubblici e privati e riteniamo si debba fare di tutto per arrivare entro i primi giorni di ottobre all'immunità di gregge - ribadisce -. E' un obiettivo ambizioso che può, però, essere raggiunto grazie al lavoro del generale Figliuolo e di tutto il personale sanitario italiano che è di altissimo livello". "Chi dice no al green pass viene identificato con i no vax, mi pare una cosa paradossale", lamenta, dal canto suo, la presidente di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni. Il certificato verde "non ci mette al riparo dal contagio" del virus, sottolinea Meloni.
Nella Lega le sensibilità restano diverse. "Ritirati gli emendamenti della maggioranza. A seguito di ciò il governo ha detto che non ci sarà fiducia e si potrà discutere in aula il decreto Green pass. Mi sembra doveroso per un minimo rispetto al Parlamento", scrive su Twitter il deputato leghista Claudio Borghi. "Evitando la fiducia si discuteranno e voteranno gli emendamenti di opposizione articolo per articolo - aggiunge - Si discuteranno gli emendamenti di opposizione, in gran parte coincidenti con quelli ritirati. È questione di forma ma la sostanza è che si discuterà e si voterà articolo per articolo". "La percentuale delle persone che ha aderito al piano vaccinale è altissima e non avremo problemi - obietta, da Milano, il governatore leghista Attilio Fontana -. Il numero di chi anche all'interno della scuola non potrà svolgere i propri compiti è assolutamente marginal. Ma resta il fatto che il Green pass è secondo noi l'unico modo di uscire dalla fase di emergenza e scongiurare nuove chiusure".
"In base a quante nostre proposte verranno accolte ci comporteremo di conseguenza, non è mai stata in discussione la fiducia in Draghi o in questo governo", annuncia Salvini. "Qualcuno voleva mettere la fiducia, eliminando la discussione in Parlamento. Invece - prosegue il leader leghista- il Parlamento esiste per parlare, per discutere, e quindi già questo è un passo in avanti per quanto ci riguarda. Noi abbiamo dimostrato buona volontà ritirando tutti gli emendamenti e trasformandoli in ordine del giorno. E' chiaro che se ci bocciano le proposte, voteremo di conseguenza. Come Lega stiamo insistendo sui tamponi gratuiti soprattutto per minori, disabili e famiglie con figli, per garantire scuola e università per tutti".
A favore dell'obbligo vaccinale si schiera invece il leader del M5s Giuseppe Conte. "Se si arriverà, alla luce dei dati epidemiologici e delle condizioni che ci saranno, alla proposta di rendere obbligatorio il vaccino non lo escludiamo affatto. In questo momento comunque credo che lo strumento su cui puntare sia il green pass in tutti i luoghi di aggregazione, confronto e affollamento", dice l'ex presidente del Consiglio. "Prima si chiude la campagna vaccinale, prima metteremo in sicurezza i cittadini e prima ripartira' l'economia".
Intanto, la proposta di obbligo di certificazione verde per l'accesso all'Aula della Camera mette d'accordo un asse trasversale che va da FdI a Pd, Iv e Coraggio Italia.