AGI - Dalla giustizia al ddl Zan, Matteo Renzi ha ormai messo nel mirino il Partito Democratico e il suo segretario, Enrico Letta. Il leader d'Italia Viva, presentando il suo libro con Enrico Mentana, ha riservato a Letta gran parte del 'capitolo aggiunto' intitolato "Come farsi nuovi amici". Tra una accusa ai pm di Firenze e un'altra agli ex 'amici' approdati nel Consiglio Superiore della Magistratura, il senatore di Scandicci trova il tempo per dire che, se Letta "liscia il pelo" ai Cinque Stelle è solo in funzione elettorale e si dice pronto a scommettere che, "dopo le amministrative" questa linea cambierà.
Ma il cannoneggiamento d'Italia Viva verso il Pd non si ferma a questo. Anzi, si fa più intenso quando si toccano i temi 'caldi' nella maggioranza che sostiene il governo Draghi. Come il ddl Zan. Matteo Renzi, dopo che il suo partito ha presentato emendamenti al ddl fermo in Senato, rilancia il testo Scalfarotto che, a suo dire, può essere approvato "prima della pausa estiva".
Letta tiene duro
Enrico Letta, però, non molla. Per il segretario del Pd, il testo 'buono' rimane quello del deputato dem Alessandro Zan, già approvato alla Camera il 4 novembre del 2020: “Quando andremo a settembre in aula discuteremo, come sempre abbiamo detto, con la convinzione del fatto che questo è il testo migliore. Con la voglia di ascoltare tutti. Abbiamo presentato ordini del giorno, non emendamenti e crediamo sarà il Parlamento a dire la sua e con la massima trasparenza noi ascolteremo tutti”, spiega Letta arrivando a Bologna per la seconda giornata di Pre-Agorà democratiche.
Per Renzi e i suoi, il Partito Democratico mira ad affossare il disegno di legge dato che, senza le modifiche proposte da Italia Viva e dalla Lega, il ddl Zan non avrebbe i numeri per passare. Accusa che i dem girano al mittente, con la senatrice Monica Cirinnà a sottolinea che, contrariamente a quanto precedentemente assicurato, Italia Viva ha presentato emendamenti al testo. Proposte di modifica sostanziali: "Quando ho letto il primo emendamento ho capito con chiarezza che l’intento d'Italia Viva è totalmente demolitorio nei confronti del ddl Zan", spiega Cirinnà a Corriere della Sera.
Infatti, "se approvato, questo emendamento escluderà ogni riferimento nel testo all’orientamento sessuale e all’identità di genere. Viene proposto di sostituire queste due definizione con omofobia e transfobia". Ma per Cirinnà, "i termini omofobia e transfobia non hanno la sufficiente determinatezza per stare in una legge penale". Non solo. In quello che chiama "il giorno della verità" per il ddl zan, Cirinnà fa sapere che i "nomi e i cognomi di chi vuole modificare questa legge, di chi fa l'occhiolino ad Orban, di chi vuole lasciare le persone oggetto di crimini d'odio".
Parole che colpiscono nel segno, tanto che a rispondere immediatamente sono esponenti di Italia Viva: "Ricordo alla senatrice Cirinnà che le liste di proscrizione venivano fatte in questo Paese dal regime fascista e che quel regime era campione di discriminazioni. Chiedo al Partito Democratico di prendere immediatamente le distanze dalle sue parole", protesta il capogruppo Iv a Palazzo Madama, Davide Faraone.
La difesa dem di Cirinnà
Dal Nazareno si parla di "volgare tentativo di delegittimazione e di tiro al bersaglio ad personam contro Monica Cirinnà. Anche con accenti da regolamento di conti su passate vicende che nulla c'entrano con la legge zan. La posizione del Pd e del segretario è quella espressa da Cirinnà". A confermarlo sono anche fonti dem di Palazzo Madama che sottolineano come la senatrice Cirinnà goda del sostegno del gruppo e anche del partito. "Andiamo avanti, non cadiamo in questi tentativi di buttarla in caciara", afferma un esponente Pd: "Siamo tutti assolutamente tranquilli e determinati".
Riguardo all'accusa di preparare 'liste di proscrizione', poi, dal Nazareno viene segnalato che quello della Cirinnà non è altro che un "richiamo alla trasparenza" degli atti parlamentari, dato che "gli emendamenti non sono anonimi". Al fondo degli attacchi d'Italia Viva, riferiscono fonti parlamentari Pd, c'è soprattutto la volontà di mettere i dem in difficoltà in vista delle amministrative: Renzi - è il ragionamento che viene fatto - sa bene che se c'è un bacino elettorale da cui attingere, è quello del Pd, non certo della destra. I flussi elettorali che, eventualmente, dovessero lasciare il Pd da qualche parte dovranno finire.