AGI - Il giorno dopo l’incontro tra Giuseppe Conte e Beppe Grillo il Movimento 5 stelle riparte con un voto (il 21 luglio) sulla rete per il candidato sindaco di Torino. Aspetta di sapere quando sarà fissato il pronunciamento sullo statuto (c’è anche chi teme un ‘flop’) sulla nuova piattaforma, si interroga sui prossimi organigrammi, dibatte se la pace durerà a lungo, considerato che c’è chi guarda con un certo scetticismo al ‘patto della spigola’ tra l’ex premier e il fondatore M5s (la preoccupazione è che si tratti solo di una tregua, che Grillo voglia mandare a sbattere – per dirla con le parole di un deputato – l’ex presidente del Consiglio) ma il vero terrore è un altro.
Cosa si fa sulla riforma del processo penale? Come ci si comporterà sul tema della giustizia? Comincia a serpeggiare grande nervosismo in chi non intende discostarsi dalla linea Draghi. Va bene la difesa di un cavallo di battaglia del Movimento 5 stelle ma – questo il ‘refrain’ di molti parlamentari – il rischio è che nel semestre bianco cominci la stagione delle mani libere per poi arrivare in primavera (le elezioni politiche dal 3 agosto non potranno essere indette almeno fino al 3 febbraio 2022, quando il presidente della Repubblica Mattarella concluderà ufficialmente il suo mandato) al voto anticipato.
I 5 stelle tra timori e scetticismo, preoccupa la linea sulla riforma della giustizia
“E con il taglio dei parlamentari sicuramente una parte dei deputati e senatori non hanno voglia di strappare, non tornerebbe sugli scranni di Montecitorio e Palazzo Madama”, il ragionamento. Certamente si tratta di fughe in avanti ma al momento non si respira, soprattutto nelle chat pentastellate, un clima di ottimismo su un possibile punto di caduta che tenga M5s agganciato alla riforma Cartabia. Per Conte e l’ala che resiste sulla difesa del testo Bonafede la soluzione di inserire tempi prefissati per il giudizio in secondo grado e in Cassazione non è adattabile per tutti i processi e per tutti i reati.
L’ex presidente del Consiglio lo ha fatto capire a più ripresa, parlando di “anomalia italiana”. Così com’è il testo non è possibile votarlo. Ma questo non vuol dire che i vertici M5s, a partire proprio dall’ex presidente del Consiglio, vogliano chiudere la porta del dialogo. M5s ritiene che un compromesso per evitare l’improcedibilità per tutti i reati e favorire un clima di impunità ci possa essere.
Lunedì l'incontro tra Conte e Draghi
E Conte nell’incontro che avrà lunedì con il premier Draghi si spenderà per cercare una sintesi, da trovare proprio tra le proposte suggerite dai Cinque stelle ma pure in quelle inserite nel lavoro dell’ex presidente della Corte costituzionale Lattanzi che ha presieduto il gruppo di lavoro del dicastero della Giustizia. Conte insomma non ne fa una questione di principio politico ma una difesa nel merito su un tema che ha permesso al Movimento 5 stelle di arrivare in Parlamento con una valanga di voti. Ma il sentiero resta stretto.
Di fronte all’eventualità sempre più probabile della fiducia e del voto nell’Aula di Montecitorio entro il 3 agosto M5s si troverebbe di fronte ad un bivio. Il percorso dell’astensione (già sgradito al Capo dell’esecutivo in Cdm) andrebbe concordato con il premier ma lascerebbe – questa la convinzione delle altre forze politiche della maggioranza – il Movimento 5 stelle con le mani libere. “Non è possibile accettarlo”, il ‘refrain’.
Si tratterebbe comunque di una presa di distanza rispetto ad una riforma ritenuta importante dall’esecutivo. Presa di distanza che sarebbe considerata dal governo ancora piu’ grave se poi arriverebbe il voto contrario sul provvedimento. Il Movimento 5 stelle prima di pronunciarsi attende di capire l’esito dell’incontro tra Draghi e Conte che in queste settimane ha comunque ribadito di non volere una rottura con il governo. Oggi ha ascoltato, al pari delle altre forze politiche della maggioranza, le audizioni dell’Anm (“La nuova prescrizione non accelera i processi”, ha detto il presidente Santalucia) e dell’Unione delle Camere penali (“La soluzione della prescrizione 'processuale' non è un cataclisma”, ha sostenuto il presidente Caiazza) poi è stato allungato di qualche ora il termine per la presentazione dei sub-emendamenti.
I pentastellati stanno preparando le proprie modifiche ma persistono sensibilità diverse nei gruppi, una parte del Movimento ritiene che si debba evitare di andare allo scontro totale. Anche perché così si metterebbe a rischio l’alleanza con il Pd alle amministrative, considerato che i dem difficilmente potrebbero accettare di restare da soli in maggioranza solo con il centrodestra.