AGI - Nei 5 Stelle “esiste ancora quella base che crede nella partecipazione diretta, quella forza dal basso che ha stimolato l'opinione pubblica proprio grazie a Beppe Grillo, tuttavia oggi gli elettori pentastellati chiedono di tradurre in una o due opzioni politiche pragmatiche la linea Conte e la linea Grillo”, spiega su La Stampa l’analista dei sondaggi Alessandra Ghisleri.
Tuttavia nelle intenzioni di voto “il Movimento 5 Stelle passa dal 16.2% di due settimane fa al 14.5% di oggi”. Però, “nell'ipotesi ad oggi solo artificiosa di un possibile partito personale di Giuseppe Conte – rileva Ghisleri – le conseguenze nel campo progressista sarebbero notevoli: il Partito Democratico passerebbe dal 19.8% al 17.4% perdendo quasi 2.4%, mentre il M5S si dimezzerebbe passando dal 14.5% al 7.0%. Il tutto in favore di un ipotetico partito di Giuseppe Conte che, sull'onda degli ultimi avvenimenti politici, si attesterebbe su un virtuale 10.5%”.
E persino il centrodestra “risulterebbe possibile ‘donatore’ con uno scarso 1.0%, proveniente soprattutto dall'area azzurra. Del resto pure il centrodestra sta vivendo il suo tempo di sommovimento vedendo in perfetta sovrapposizione le due principali forze dell'area Lega e Fratelli d'Italia”, annota la sondaggista.
Ma per tornare all’inizio, “il dato ancora più significativo che emerge nelle rilevazioni – scrive Ghisleri – è che lo scontro tra Beppe Grillo e Giuseppe Conte ne sottende un altro, tra chi desidera tornare a quel movimento delle origini (38.8%) e chi vuole una nuova evoluzione proseguendo il suo processo di trasformazione verso una forma più classica di partito (51.3%)”.