AGI - Il ddl Zan contro l'omofobia ha incassato il primo via libera di Montecitorio lo scorso 4 novembre, durante il governo Conte II sostenuto dai giallorossi, una maggioranza composta da M5s, Pd, Iv e Leu. Il voto finale alla Camera è avvenuto a scrutinio segreto, chiesto da Fratelli d'Italia. I voti favorevoli sono stati 265, i contrari 193, 1 astenuto.
Come hanno votato i partiti alla Camera
Hanno votato a favore Pd, M5s, Iv e Leu, mentre Forza Italia, FdI e Lega hanno votato contro, ma 5 deputati azzurri, in dissenso dal gruppo, hanno detto si' alla legge (Perego, Polverini, Bartolozzi, Vito e Prestigiacomo). Poco prima del voto i deputati leghisti e di FdI hanno messo in atto una protesta in Aula, al grido di "libertà, libertà" e indossando sul volto alcuni bavagli, contro quella che definiscono "una legge che mette il bavaglio alla libertà di pensiero".
I numeri al Senato
I voti favorevoli al testo del ddl Zan senza modifiche si attestano su una forbice che oscilla tra i 135 e i 145 sì. Da soli, senza i renziani, insufficienti a 'blindare' il testo. I voti a sostegno della legge sono dei 75 senatori M5s, 38 del Pd, almeno 6 delle Autonomie, i 6 senatori di Leu, inoltre si calcolano almeno una decina dal gruppo Misto.
I voti contrari, nel caso non si apportassero modifiche al testo, sono così composti: 51 senatori di Forza Italia (ma alcuni azzurri potrebbero votare a favore come accaduto già alla Camera), 20 FdI, 64 Lega, 7 Idea, a cui andrebbero aggiunti altri voti dal Misto, per un totale che si aggira da un minimo di 145 voti contrari fino a toccare anche 155-158 no. Determinanti, sia per l'eventuale approvazione definitiva del ddl Zan che per la sua bocciatura, i voti dei 17 senatori di Italia viva. Il partito di Renzi alla Camera ha votato a favore, ma al Senato chiede modifiche al testo.