AGI - “Ne parlerò domani in Parlamento, è una domanda importante”. Di più il premier Mario Draghi non ha detto rispondendo ieri a una domanda dei giornalisti sulle tensioni sul ddl Zan. Per evitare fibrillazioni con il Vaticano il presidente del Consiglio, spiegano fonti parlamentari della maggioranza, si augura un accordo tra le forze politiche, medierà affinché arrivi un segnale. In conferenza stampa la presidente della Commissione Ue, Ursula Von der Leyen, è andata oltre: “I trattati europei - ha sottolineato - sono molto chiari nell'articolo 2, di proteggere la diversità e la dignità di ogni singolo essere umano e di proteggere la libertà parola insieme ad altri valori". "Trovare l'equilibrio è compito dell'Unione europea", ha affermato.
E' netto, invece, il presidente della Camera, Roberto Fico. “La risposta” al Vaticano “è semplice: il Parlamento è sovrano, i parlamentari decidono in modo indipendente - ha detto l'esponente M5s ad Agorà -. Il ddl Zan è già passato alla Camera, ora è al Senato, sta facendo” il suo iter “e noi non accettiamo ingerenze. Il Parlamento è sovrano e tale rimane”.
Ma la mossa del Vaticano che, attraverso un atto diplomatico portato avanti dal segretario per i rapporti con gli Stati, monsignor Paul Richard Gallagher, ha fatto notare come il provvedimento metta in discussione la sua libertà di organizzazione e leda la libertà di pensiero dei cattolici ha alimentato lo scontro tra le forze politiche. Secondo quanto si apprende da fonti parlamentari i capigruppo di Pd, M5s e Leu al Senato informalmente hanno incontrato il presidente di palazzo Madama, Elisabetta Casellati. La richiesta è che venga convocata nel più breve tempo possibile una conferenza di capigruppo che discuta del calendario e su quando arriverà in Aula il testo Zan.
Ma il centrodestra si oppone a portare direttamente nell’emiciclo il ddl, bypassando la commissione. La Lega rilancia la necessità della convocazione di un tavolo politico, il segretario del partito di via Bellerio Matteo Salvini propone un incontro a Enrico Letta. “Se c'è la volontà di ragionare insieme su un testo che non cancelli la libertà di opinione, ma che tuteli da aggressioni e discriminazioni, noi siamo assolutamente d'accordo”, dice l’ex ministro dell’Interno.
Proprio Letta era intervenuto per sostenere la strada del dialogo, affinché si affrontino le criticità emerse, ma difendendo allo stesso tempo l’impianto della legge. Una posizione, quella della difesa del testo, poi rafforzata in un secondo momento con un’ulteriore comunicazione, dopo l’incontro con i parlamentari dem e i membri del partito della Commissione Giustizia. I dem chiedono intanto tempi certi per l'approvazione. Poi – spiega un esponente Pd di primo piano – siamo pronti anche a discutere, ma senza che la palla sia rimandata ogni volta in tribuna. "Il confronto non deve essere un richiamo nobile che nasconde la scelta di fare decadere il provvedimento", puntualizza il dem Mirabelli.
Letta ha sentito anche Luigi Di Maio. Il timore di una parte del Movimento 5 stelle è quello di evitare un braccio di ferro con le gerarchie ecclesiastiche.
“Sediamoci a un tavolo. Le audizioni si possono ridurre. Inauguriamo, finalmente, una fase di confronto, leale e costruttivo”, osserva il leghista Andrea Ostellari. “Proposta liberticida, da Fdi ferma opposizione in Parlamento”, dice Giorgia Meloni. “Le osservazioni del Vaticano erano prevedibili”, rimarca l’azzurra Licia Ronzulli. Ma la tesi di chi ritiene la legge Zan lesiva della libertà d’espressione viene respinta dal centrosinistra.
“La verità è che in atto uno scontro interno alla Chiesa”, osserva un ‘big’ del Movimento 5 stelle. Tra i pentastellati c’è chi osserva sul 'dossier' il silenzio di Giuseppe Conte che ha rapporti solidi Oltretevere. L’ex presidente del Consiglio, anche se su una posizione più cauta – come riferisce un altro esponente parlamentare M5s – ha sempre difeso il ddl Zan approvato alla Camera nel novembre scorso e da allora fermo a palazzo Madama. “Nessuna limitazione, neanche sulla libertà religiosa. E rispetta l'autonomia di tutte le scuole”, avverte lo stesso Alessandro Zan, primo firmatario dlela proposta di legge. "Proviamo ad ascoltarle queste obiezioni di merito che sono arrivate, non solo dal mondo cattolico", osserva il renziano Ettore Rosato.