AGI - Il laboratorio delle alleanze del centrosinistra va avanti nonostante le difficoltà incontrate nel trovare la quadra sui territori, nei Comuni che andranno al voto in autunno. Un laboratorio che però non contempla "esperimenti in vitro" o "fusioni a freddo". Osservazione che trova d'accordo i leader di Pd e M5s, Enrico Letta e Giuseppe Conte, e con loro il grosso dei partiti che guidano.
Conte è andato a Napoli a sostenere il candidato Gaetano Manfredi e spiega che "il M5s avrà una vocazione autonoma e una chiara identità. Ma in questa autonomia, se vogliamo realizzare il nostro progetto, non possiamo che coinvolgere altre forze politiche. A Napoli il dialogo sta dando frutto e ha generato un'importante proposta", la candidatura del'ex ministro Manfredi, "ma dove non è possibile non dobbiamo stracciarci le vesti, perché le fusioni a freddo calate dall'alto non funzionano".
È possibile, ad esempio, in Calabria. Per il leader in pectore del M5s, infatti, "ci sono le condizioni per un Patto", nella regione sul modello di quello sottoscritto per Napoli con la convergenza M5s, Pd e alleati su Gaetano Manfredi, "con tutte le forze di centrosinistra e le forze civiche". Parole che non sorprendono e, anzi, confermano quello che è l'avviso del gruppo dirigente dem. "Non si fanno le alleanze in vitro, si fanno dove è possibile farle", sottolinea un esponente di rango del Partito Democratico.
La replica a distanza di Letta
Enrico Letta, a qualche centinaio di chilometri di distanza da Conte, incontra il candidato alle primarie di Bologna, Matteo Lepore, e ne approfitta per ribadire l'importanza dei gazebo: "Le primarie di Bologna sono delle belle primarie, sono importanti e dimostrano che siamo un partito e una coalizione che non ha paura del confronto. Alla fine penso che domenica sarà una grandissima festa di popolo. Dimostriamo che questo e' il nostro modo di discutere e poi di scegliere il nostro candidato. Io sono convintamente a supporto di Matteo Lepore, credo che abbiamo fatto la scelta giusta e spero che i cittadini di Bologna partecipino e facciano una scelta giusta e positiva".
Che sulle alleanze occorra procedere "con attenzione e cautela", d'altra parte, è la convinzione diffusa anche in Base Riformista, sebbene con approcci e toni diversi. Se, da una parte, un critico del dialogo con M5s come il senatore Andrea Marcucci ribadisce come la "vocazione naturale dei democratici" sia "anche quella di parlare ai moderati e ai riformisti", giudicando "controproducente insistere sulle fusioni a freddo, il coordinatore nazionale dell'area che fa capo a Lorenzo Guerini e Luca Lotti spiega: "Ogni territorio ha una storia a sè, è un tema che non va forzato pensando di calare uno schema uguale per tutti. Non ci sono pregiudizi", continua Alfieri, "ci sono invece le condizioni per lavorare a livello nazionale così da arrivare alle alleanze per il 2023, con cautela e gradualità, e con attenzione anche alla fase di evoluzione che sta vivendo il M5s con Giuseppe Conte. Ora però più che sugli schieramenti concentriamoci sul sostegno convinto ai nostri candidati".