AGI - Era in cantiere da tempo, poi l'accelerazione con l'ok di dodici parlamentari di FI e quattro ex M5s (sfumato all'ultimo momento l'arrivo della leghista Piccolo) e l'atto dal notaio: è salpata così la nave del duo Toti-Brugnaro, il primo governatore ligure che abbandona lo slogan 'Cambiamo!', il secondo sindaco di Venezia che, ammettono anche gli FI che ha detto no, ha una buona disponibilità finanziaria in un momento in cui il partito non versa finanziariamente in condizioni eccezionali.
I Gruppi parlamentari
'Coraggio Italia' per ora ha il suo gruppo alla Camera (il presidente sarà il veneto Marin), presto potrebbe ripetere l'operazione a palazzo Madama ma intanto ha agitato e non poco le acque dentro il centrodestra. Nell'ultimo vertice tenutosi per sbrogliare la matassa delle candidature gli azzurri avevano chiesto al governatore della Liguria di fermarsi, di evitare di 'corteggiare' quegli azzurri che non nascondevano il proprio malcontento per una direzione 'sovranista' in FI. Ora l'auspicio è di chiamare all'appello gli altri moderati rimasti ma al momento una 'seconda ondata' di fuoriuscite non è all'orizzonte.
Salta il vertice di centrodestra con Salvini
Ufficialmente l'incontro di oggi sulle amministrative e' saltato per motivi organizzativi ma è chiaro che la nascita di 'Coraggio Italia' ha creato malumore nei vertici azzurri che hanno diramato una nota molto chiara nei contenuti: non parteciperemo ad alcun incontro "con chi, violando gli accordi di coalizione e l'invito a rivolto nel corso dell'ultima riunione, ha promosso un'iniziativa fondata sul trasformismo e sul cambio di casacca di parlamentari che, peraltro, non sarebbero stati ricandidati". FI perde pezzi. "Ma chi abbandona il partito - dice un 'big' - non e' mai andato da nessuna parte. E' Berlusconi ad avere in dote l'8% dei consensi, dobbiamo puntare a recuperare quei voti che non vanno a Salvini e a Meloni, non a pensare a chi va via". In un primo momento irritato poi l'ex premier avrebbe visto il bicchiere mezzo pieno. E' un'operazione di palazzo, lasciamoli andare, il ragionamento.
Le conseguenze sulla partita del Quirinale
Ma la frattura interna a FI porta a delle conseguenze in vista della partita del Quirinale (sono 32 voti in autonomia) e quella sulla legge elettorale in versione proporzionale (sempre che la si giocherà). La conseguenza nell'immediato, invece, è la reazione opposta tra Fdi (il capogruppo Lollobrigida ha salutato la nascita del nuovo gruppo) e la Lega ("Ci sono state delle frizioni", ammette Salvini) e il rischio che il 'puzzle' delle candidature diventi ancora più complicato. Fdi a Roma insiste su Michetti, punta a chiudere la prossima settimana, Forza Italia e la Lega frenano anche se non si esclude che a fine corsa a spuntarla sia proprio l'avvocato e professore di Diritto.
Il nodo Copasir
C'e' poi il nodo Copasir: il presidente di Montecitorio Fico ha chiesto alla Lega di sostituire i due dimissionari. Sul sito della Camera alla voce Copasir non compare più il nome di Volpi quale presidente, gli altri membri ci sono tutti. Teoricamente Urso, ritirando le dimissioni, potrebbe convocare il comitato e spingere sull'elezione del presidente. "La Lega potrebbe cedere un posto per lasciarlo a Fdi e chiedere che sia un altro esponente di Fratelli d'Italia a guidare l'organismo ma non lo farà", osserva una fonte. Non cambia invece la geografia della maggioranza. "Ci collochiamo senza se e senza ma nel centrodestra, che e' la nostra casa. Allo stesso modo, apprezziamo il lavoro che sta facendo Draghi, che merita di andare avanti e governare come sta facendo", ha detto Marin. C'è chi ritiene il primo passo di Toti e Brugnaro come l'antipasto per un 'rassemblament' con Calenda e Renzi ma al momento - sottolineano fonti del neonato gruppo - non è previsto alcun piano del genere. "Ma nel centrodestra dovranno fare i conti anche con noi", facendo capire che si potrebbe puntare pure ad un riequilibrio nel governo", spiega un'altra fonte parlamentare di 'Coraggio Italia'.