AGI - Milano dedica una targa a Enzo Tortora, nella casa dove visse, a 33 anni di distanza dalla sua morte, in via dei Piatti 8, per rendere omaggio a un "uomo integerrimo e di cultura, ingiustamente arrestato e condannato come camorrista", che portò avanti fino all'ultimo respiro la "battaglia per la giustizia giusta in Italia".
Sono alcune delle frasi riportate sulla targa di marmo che il comune ha dedicato al giornalista, politico e presentatore televisivo, scoperta oggi dal sindaco Beppe Sala alla presenza della compagna di Tortora, Francesca Scopelliti e dell'esponente dei Radicali, Marco Cappato.
"Questo gesto è doveroso - ha detto il primo cittadino - e mi fa molto piacere poterlo fare da sindaco".
Ed "è una piccola restituzione di quello che la città deve a Enzo Tortora - ha aggiunto Sala -. Ma bisogna restituire perché la responsabilità di quello che è successo e delle grandi sofferenze della persona, possono essere attribuite alla giustizia ma non è che tutti noi delle istituzioni, della politica ci siamo serrati intorno a lui. E’ una responsabilità un po’ collettiva".
Morto per la mala giustizia
Non a caso la compagna di Tortora dice di provare ancora una "rabbia infinita, inesauribile". "Enzo è morto per una giustizia malata di cui in tutti questi anni nessuno ha voluto stabilire le cause".
Nella casa di via Piatti, passò momenti belli e altri tremendi, come è stato ricordato, avendo scontato lì 15 mesi di arresti domiciliari, fino alla morte il 18 maggio 1988.. "Quando fu condannato nel 1985 a 10 anni si dimise da parlamentare europeo e ai suoi colleghi che non volevano votare per le dimissioni lui disse ‘non temete io torno in galera ma sarò più libero di coloro che mi ci hanno mandato’ - ha ricordato Scopelliti, precisando che quella di Tortora fu "una battaglia vinta: Enzo fu assolto in Appello e poi in Cassazione con formula piena. Ma fu anche una battaglia che gli lasciò delle ferite mortali nel fisico, non certo nell’animo, perché fino alla fine è rimasto una persona per bene".
Sull'innocenza più che dimostrata di Tortora si è soffermato anche Marco Cappato: "il suo è un caso abusato e sconosciuto. Abusato in quanto citato a sproposito per ogni errore giudiziario, ma il suo non fu un errore giudiziario: fu una scelta violenta di un potere giudiziario, mediatico e politico che puntava a massacrare una persona. Al tempo stesso, è una storia sconosciuta perché Enzo Tortora non era una vittima. Enzo Tortora ha trionfato, da presidente del partito Radicale, con la stragrande maggioranza del popolo italiano: la responsabilità civile dei magistrati è stata decisa dai cittadini italiani grazie al leader vincente Ento Tortora. Ecco perché la memoria di questo grande uomo deve continuare a vivere".
La decisione di dedicare una targa commemorativa a Enzo Tortora era stata formalizzata già il 20 agosto 2020 dalla Giunta comunale che ne ha deliberato la realizzazione recependo la mozione approvata dal Consiglio Comunale nella seduta del 30 settembre 2019. La pandemia ha fatto slittare i tempi fino a oggi.