AGI. - Matteo Salvini continua a muoversi nell'ambiguità, suo terreno preferito, con oscillazioni tra movimenti di 'lotta' e di 'governo'. Anche per recuperare consensi, il segretario leghista sta provando a replicare il format del 'picconatore' che, sperimentato nel Conte I, lo ha fatto volare al 34% alle Europee del 2019.
In questa chiave vanno lette le battaglie sulle riaperture, sulla cancellazione del coprifuoco e quella, avviata da qualche settimana, sugli sbarchi. Ma il capo della Lega è ben consapevole di non poter permettersi il lusso di tirare troppo la corda. L'ultima cosa che vuole, infatti, è inimicarsi Mario Draghi.
Ed è così che, quando ha letto i virgolettati, a lui attribuiti da 'Repubblica' sabato, sull'impossibilità di questa maggioranza di attuare le riforme, il capo di via Bellerio avrebbe espresso ai suoi "irritazione" per quella che avrebbe definito una "forzatura" del suo pensiero. "Ma su, siamo realisti: non sarà questa maggioranza a fare la riforma della giustizia e del fisco ...", ha detto il segretario leghista all'inviato del quotidiano, a Catania. Anche se il colloquio, in realtà, non è stato smentito, nè ufficialmente, nè tramite le fonti che, fatte filtrare quotidianamente, animano il dibattito politico.
Cresce la tensione con i dem
Il tema riguarda in particolar modo la riforma della giustizia. E dal Pd è arrivato subito l'invito al leghista ad accomodarsi "fuori dal governo". "Leggo che Salvini non vuole che questo governo faccia le riforme della giustizia e del fisco. Mi chiedo su quale discorso programmatico abbia dato la sua fiducia a Draghi a febbraio. Lasci. E lasci che le riforme le faccia Draghi con chi le vuole", ha scritto su Twitter Enrico Letta.
Da Salvini è arrivata la replica: "Letta e Grillo vogliono la Lega fuori dal governo per approvare ius soli, ddl Zan e patrimoniale? Poveri illusi, gli alleati più leali, di Draghi e dell'Italia, siamo e saremo noi. Ossessionati".
"I referendum che proponiamo insieme ai radicali - viene spiegato dai leghisti - non sono un modo per indebolire il governo, ma un 'pungolo'. Noi partiamo dalla constatazione che, con una maggioranza così eterogenea, sarà quasi impossibile trovare un accordo in Parlamento e quindi promuoviamo le consultazioni popolari, sulle quali auspichiamo ampia convergenza. Se poi il Parlamento dovesse sorprenderci, ben venga, sulla giustizia e su altri temi sensibili". "Ma non è uno sgarbo a Draghi - si sottolinea - I problemi a Draghi non arriveranno di certo dalla Lega ma dal Pd e dai 5 stelle".
La partita del Quirinale
Anche per quanto riguarda la partita del prossimo presidente della Repubblica - viene riferito - Salvini si è detto assolutamente favorevole all'eventualità che sia eletto Draghi, l'anno prossimo. Ma - viene precisato - ovviamente la scelta spetta all'interessato: Salvini lo ricorda tutte le volte che ne parla. La mossa di farsi 'promoter' di Draghi sarebbe una strategia politica - si sostiene - più mirata a mettere in difficoltà il Pd, che ogni giorno produce un nuovo candidato, che altro.
Per i leghisti, quindi, l'esecutivo guidato dall'ex governatore della Banca centrale europea allo stato non sarebbe in discussione, malgrado la difficoltà di attuare le riforme. Anzi, è solo il Pd ad avere interesse a mettere in discussione il sostegno del partito di Salvini all'esecutivo in carica, sostengono.
In ogni modo, il capo della lega continua la sua opera quotidiana di 'smarcatura' dagli alleati di governo. Sabato è sceso in piazza Duomo a Milano a manifestare contro il ddl Zan sull'omotransfobia. "Il ddl Zan lascia in mano ai giudici la possibilità di colpire e processare chi non la pensa come tutti vorrebbero che la pensassimo", ha sostenuto. "C'è la copertina di un settimanale oggi in edicola, a mio avviso disgustosa: un uomo incinto. Per me un uomo incinto è una schifezza e pretendo di poterlo gridare senza essere discriminato o addirittura processato", ha continuato con riferimento alla copertina dell'Espresso.
Salvini ha anche riunito i suoi per confermare nuovamente la linea del partito a favore delle riaperture e della cancellazione del coprifuoco che, a giudizio del segretario leghista, devono avvenire "la prossima settimana". Ed è atteso che il pressing aumenti nelle prossime ore.