AGI - Il contratto della sede di Forza Italia in piazza San Lorenzo in Lucina è scaduto il 28 febbraio e doveva essere rinnovato a inizio marzo. Ma, raccontano fonti parlamentari azzurre, andrà rinegoziato, anche per le difficoltà finanziarie in cui versa il partito. Altrimenti il rischio è che arrivi lo sfratto. Prima della legge sullo stop al finanziamento dei partiti ci pensava Berlusconi a rimpinguare le casse. Ma ora non può andare oltre alla cifra dei centomila euro a vantaggio di FI.
Il fatto è che mancano all’appello tre milioni e 700 mila euro di quote. Quote non versate dai parlamentari e dai consiglieri regionali. E una quindicina tra deputati e senatori non risulta neanche iscritta al partito. Ecco il motivo per cui nei prossimi giorni partirà - riferiscono fonti parlamentari azzurre - di nuovo il pressing nei confronti dei morosi.
Tra gli inadempienti ci sono molti consiglieri regionali ma ammonta perlomeno al 30% la quota dei parlamentari in ritardo con i pagamenti o che ha deciso di non versare più.
Il costo dell’affitto della sede è di undicimila euro al mese, circa 120 mila all’anno. Ci sono solo dodici impiegati ed ora i soldi presenti in cassa serviranno a pagarne gli stipendi.
Fonti parlamentari azzurre riferiscono che lo stesso ex premier Berlusconi sarebbe dispiaciuto per la situazione. Tra le ipotesi sul tavolo la decisione di non ricandidare i morosi o non permettere loro di avere alcun incarico.Ma un ‘big’ azzurro non esclude che ci possa essere anche l’espulsione per chi non paga più o che venga pubblicato l’elenco di chi non versa le quote.
I parlamentari di FI sono chiamati a versare 900 euro al mese, mentre quelli del Pd ne versano 1.500 e Lega e Movimento molti di più. “Non è possibile – spiega un senatore – che non si riesca a versare i soldi. I costi del partito ormai sono minimi, non si può tagliare ancora di più”.