AGI - Grandi passi avanti sono stati fatti per la parità sui luoghi di lavoro ma resta una forte disparità nell'avanzamento di carriere e nella retribuzione per le donne. Sergio Mattarella celebra l'8 marzo al Quirinale e sottolinea come la cerimonia sia "ogni anno un'occasione preziosa per fare il punto sulla condizione femminile, registrandone i progressi e evidenziandone le criticità".
"Poco più di sessanta anni fa una storica sentenza della Corte Costituzionale - la numero 33 del 1960 - ebbe a cancellare una anacronistica legge del 1919, allora ancora in vigore, che escludeva le donne da tutti gli incarichi pubblici. Fu il ricorso di una donna tenace e coraggiosa - Rosa Oliva - ricorda il presidente della Repubblica - a provocare la cancellazione di una norma ingiusta e discriminatoria, in palese contrasto con la Costituzione. In quanto donna era stata esclusa da un concorso per il Ministero dell'Interno. Per sanare una ferita così grave sul piano dei diritti intervenne la Corte Costituzionale e non il Parlamento: una circostanza che fa comprendere da quanti ritardi e resistenze culturali è costellata la via dell'effettiva parità. Si era affievolita la spinta che aveva condotto, nel gennaio 1945, ancor prima della Costituente, a chiamare al voto le donne. Come avvenne, in quasi tutti i comuni d'Italia, il 10 marzo di settantacinque anni fa".
Mattarella sottolinea che "molta strada si è fatta da quella storica sentenza. Oggi in alcuni ambiti del pubblico impiego si è addirittura verificato il sorpasso, la percentuale di donne che lavorano è superiore a quella degli uomini. In Magistratura ad esempio. Come, appunto, al Ministero dell'Interno. In realtà, non è sorprendente tenendo conto che la nella popolazione italiana le donne sono in un numero sensibilmente maggiore degli uomini".
Ma "se si guarda ai livelli apicali la predominanza resta ancora maschile. Così accade soprattutto ai vertici dei consigli di amministrazione di imprese e società pubbliche e private".
"La sola libertà di accesso agli impieghi pubblici e privati, infatti - denuncia il Capo dello Stato - non risolve interamente il problema dell'occupazione femminile, di fronte a una evidente disparità nella progressione di carriera e nella ingiustificabile differenza di retribuzione. Per non parlare delle discriminazioni sul posto di lavoro, in forme che talvolta rasentano la costrizione e la violenza".