AGI - Consultazioni al secondo giorno, oggi si cominciano a sondare le delegazioni dei partiti dopo il rituale avvio con i presidenti delle Camere e il Presidente emerito della Repubblica. Se a Casellati e Fico è stato chiesto il dettaglio dei numeri parlamentari, Mattarella dai gruppi politici attende non tanto un giudizio sul premier dimissionario quanto le intenzioni su chi potrebbe eventualmente succedergli. E con quali programma e maggioranza.
18,30 - Per Renzi restano aperte le strade del goverbo istituzionale e di quello politico - "Noi preferiamo un governo di natura politica piuttosto che istituzionale, ma siamo disponibili anche a sostenere un governo istituzionale se è l'unica soluzione". Lo ha detto Matteo Renzi al termine delle consultazioni al Quirinale. Il tema, ha aggiunto, "non è se allargare la maggioranza ma se c'è una maggioranza". "La nostra proposta è portare il Paese su una discussione vera sul Next generation Eu, come spendere i soldi del Recovery, che fanno la differenza perché se spesi male faranno il debito cattivo di cui parla Draghi, se spesi bene sono la soluzione alla crisi".
Renzi ha rivelato di aver sentito Conte nel pomeriggio: "L'ho detto al premier dimissionario quando ci siamo sentiti oggi, dicendo che Iv non ha problemi personali, non ci sono elementi caratteriali contro di lui".
"Noi non abbiamo fatto il nome del presidente Conte perché siamo in una fase precedente" ha aggiunto rispondendo alla domanda se al presidente della Repubblica abbia fatto il nome di Giuseppe Conte come prossimo presidente del Consiglio. "Siamo pronti a discutere di tutto purché si parli di contenuti.
"Credo che dobbiamo adeguarci all'adagio latino 'Nomina sunt consequentia rerum'", ovvero i nomi sono conseguenti alle cose, ha ammonito, definendo uno "spettacolo indecoroso di caccia alla singola persona, al singolo parlamentare" quello con cui si è fatto credere che recuperando un voto o due si potesse affrontare la crisi".
"Noi abbiamo posto dei temi", tra cui "anche il Mes", ma "non abbiamo detto prendere o lasciare, vogliamo discuterne però, e su questo non c'è stata risposta", ha concluso.
17,23 - La delegazione di Italia Viva giunta al Quirinale per il colloquio con il Capo dello Stato Sergio Mattarella nell'ambito delle consultazioni seguite alle dimissioni di Giuseppe Conte.
17,20 - Per LeU Conte è il punto di equilibro più alto - "Abbiamo espresso al Presidente della Repubblica la nostra disponibilità a proseguire l'esperienza di governo con il presidente Conte. Consideriamo in questa fase che il presidente Conte sia il punto più alto di equilibrio nella maggioranza. Nella sua figura ci riconosciamo e pensiamo possa allargare la maggioranza che sostiene il governo" ha detto il capogruppo di Liberi e Uguali, Federico Fornaro. "Abbiamo esposto al presidente alcune considerazioni, la prima delle quali è che questa crisi una crisi che gli italiani non capiscono, che non aiuta il Paese in questa fase così difficile; una crisi che, va sottolineato, è stata aperta da qualcuno che un giorno dice di non averla aperta e il giorno dopo spiega perché l'ha voluta. Abbiamo bisogno di governo unito, affiatato in grado di affrontare le sfide che abbiamo davanti a cominciare dal piano pandemico, alla ripresa economica, al Recovery fund, per una transizione ecologica e per una maggiore giustizia sociale".
16,40 - La senatrice di FI Gabriella Giammanco: "Non è vero che potrei lasciare FI per appoggiare un Conte Ter, lo avevo smentito già ieri" ha detto a Un Giorno da Pecora su Rai Radio1. "Sono stata contattata da qualcuno del governo, mi hanno chiesto di entrare a far parte della maggioranza, me lo hanno chiesto sia di persona sia via WhatsApp, sempre la stessa persona. Io però ho detto di no perché credo che questo governo abbia avuto la possibilità di dare risposte agli italiani e non l'abbia fatto".
16,32 - Iniziate le consultazioni del pomeriggio al Quirinale. Arrivata la delegazione di Leu Camera, rappresentata da Federico Fornaro e Rossella Muroni. Alle 17,30 è attesa la delegazione di Iv guidata da Matteo Renzi e alle 18,30 quella del Pd guidata da Nicola Zingaretti.
13,17 - De Falco vuole il reincarico a Conte - "Abbiamo espresso la nostra seria preoccupazione per la crisi in atto, occorre fare presto. Quindi significa dare continuità politica e amministrativa all'azione del Governo, abbiamo perso fin troppo tempo e non possiamo perderne altro. Riteniamo necessario un reincarico al Governo che è già pronto" ha detto Gregorio De Falco.
12,21 - Per Europeisti-Maie-Cd, l'unica via è il Conte ter - "Il nostro gruppo non vuole sostituire nessuno, nè fare una corsa ai conti". Antonio Merlo, per il gruppo Europeisti-Maie-Cd al Senato segnala così che "abbiamo due punti fondamentali". "Crediamo nell'europeismo e vogliamo che si continui con questa linea politica", il primo, insieme alla conferma del fatto che "abbiamo come punto di riferimento il premier Conte". "Per noi l'unica soluzione per poter continuare questa legislatura", ribadisce.
12,14 - Tabacci per il reincarico a Conte - "In un contesto così difficile, un reincarico a Conte ci sembra necessario perché è l'unico punto di equilibrio possibile in questa legislatura". A ribadirlo è Bruno Tabacci, per la componente Centro democratico-Italiani in Europa nel Misto alla Camera. "Quello che si deve cercare di fare è dar vita a un governo ancora più autorevole di quello attuale", ribadisce.
11,48 - Bonino dice 'No' al Conte ter - "Serve una maggioranza politica solida" e su questa base la delegazione di +Europa-Azione esce dalle consultazioni al Quirinale confermandosi "disponibile a un confronto su un 'maggioranza Ursula'". È Emma Bonino a ribadire che "non siamo disponibili ad alcun tipo di continuità", punto "manifestato al Presidente Mattarella con chiarezza".
Copia"Siamo disponibili - spiega ai giornalisti la senatrice - a discutere di contenuti con un nuovo, eventuale presidente incaricato" e Bonino ne segnala l'opportunità di "un autorevole profilo europeista e riformatore", con una maggioranza "più ampia e pari a quella che nella Commissione Ue sostiene Ursula von der Leyen".
11,35 - Il Gruppo Misto indica Conte - "Non abbiamo visto da ha aperto la crisi alcuna discussione nel merito se non su punti, ho sentito parlare di Ponte sullo Stretto, per cui io mi sarei dovuta alzare solo a sentire pronunciare la parola". Loredana De Petris inquadra con chiarezza il clima per la soluzione della crisi e difende dalla rappresentazione giornalistiche quanti potrebbero sostenere un nuovo governo Conte: "La gran parte di questi senatori era nel nostro gruppo e sono un po' indignata per come vengono trattati. Hanno spesso votato la fiducia e lavorato con diligenza, non mi piace questa loro rappresentazione...".
"Vi sono anche altri apporti ma quando diciamo di allargare la maggioranza, allora si entrerà nel merito e nei contenuti", segnala la presidente del gruppo Misto al Senato.
L'assunto di partenza è che "il nostro giudizio sul senatore Renzi fu molto duro per la grave irresponsabilità dimostrata nei confronti del Paese. Noi in questi giorni non ci siamo mai sottratti al confronto sui contenuti, ma il nostro giudizio sull'affidabilità di Italia Viva è abbastanza critico".
"Questo non vale per molti parlamentari Iv con cui abbiamo lavorato in questi mesi. Dobbiamo costruire una maggioranza stabile per avere un confronto e non - avverte con nettezza - essere alla mercè di posizioni che talvolta non erano ben chiare e comprensibili. Oforse anche troppo chiare".
11,05 - Il 'Sì' condizionato delle autonomie al Conte ter - Bene un Conte ter come soluzione "praticamente sul tavolo". No a un governo tecnico. E comunque "abbiamo confermato il sostegno a qualsiasi formazione di governo, purché sia fortemente europeista, e abbia nel programma la tutela delle minoranze linguistiche e delle autonomie speciali". Julia Unterberger esordisce proprio con questo punto al termine del colloquio con Sergio Mattarella dalla delegazione - insieme a lei Albert Laniece e Gianclaudio Bressa - del gruppo al Senato delle Autonomie Svp Patt e Uv. "Però - aggiunge subito la presidente del gruppo - anche noi abbiamo una preferenza per un eventuale Conte ter, perché abbiamo fatto buone esperienze con il presidente Conte, che ci ha sempre dato una mano quando avevamo necessità".
"Pensiamo che Conte sia un punto di equilibrio tra tutti i partiti di questo governo e se lo togli è difficile avere stabilita' di governo", avverte. "Il Paese - sottolinea - non ha bisogno ora di una crisi come questa e bisogna fare presto, per garantire stabilità e trovare una formazione politica non - chiarisce - un governo tecnico".
Dunque, dice sempre Unterberger, "un Conte ter è la soluzione quasi già sul tavolo. Anche se mancano alcuni chiarimenti, non è questo il tempo di veti incrociati. C'era una maggioranza che, bene o male, ha funzionato e speriamo che riescano a mettersi di nuovo insieme". Insomma, un ter sarebbe "la soluzione piu' semplice perché se si cerca un'altra figura di presidente non so come reagiscono i diversi partiti e se tre partiti grandi preferiscono questo nome - annota ancora - mi sembra che si debba lavorare in questa direzione".
Albert Laniece parla sottolineando il propio ruolo di rappresentante della Valle d'Aosta e al termine delle consultazioni della delegazione delle Autonomie al Senato, di cui fa parte, auspica "una maggiore attenzione per la montagna da parte di un futuro governo, anche perché per quanto riguarda la nostra realtà ci sono stati degli aspetti critici".
"Riteniamo - spiega - che in alcuni momenti non ci sia stata un'attenzione che avremmo auspicato verso la realtà alpina, la montagna, la Valle d'Aosta. Mi sono permesso di suggerire al Presidente della Repubblica - dice allora, sempre ai giornalisti al Quirinale - magari di prevedere un maggiore equilibrio nella rappresentanza territoriale nel prossimo elenco dei ministri nel futuro governo, per superare questa riduzione di sensibilità".
Laniece anticipa anche che "un eventuale mio appoggio, quindi, sarà anche conseguente ai reali impegni che il governo vorrà prendere nei confronti della montagna e della realtà alpina, e degli importanti tavoli tecnici appena avviati per la Valle d'Aosta", attribuendo anche "molta attenzione al Ristori 5, verso il quale c'è tanta aspettativa nel nostro territorio, e una considerazione importante auspichiamo per le politiche della montagna anche nel Recovery".
10,35 - Con il gruppo delle Autonomie e il gruppo Misto del Senato è comincia la seconda giornata di consultazioni. Il primo gruppo, Autonomie del Senato Svp Patt e Uv, in base agli incarichi ufficiali dei gruppi, era guidato da Julia Unterberger, Albert Laniece, Gianclaudio Bressa; il secondo è stato il gruppo Misto del Senaro, guidato da Loredana De Petris, Pietro Grasso e Sandro Ruotolo.
Al momento M5s, Pd e Leu hanno annunciato che confermeranno Conte, per dar vita a un ter. Stessa proposta dovrebbe giungere dal neonato gruppo al Senato, Europeisti-Maie-Centrodemocratico. La consistenza numerica dei componenti di questa coalizione, però, almeno per il momento non garantirebbe la maggioranza assoluta senza il sostegno di Italia viva. E allora perchè il puzzle di questa crisi al buio cominci a definirsi occorrerà ascoltare i rappresentanti del partito di Matteo Renzi.
Da quel momento si apre un ventaglio di possibilità. In teoria, pallottoliere alla mano, se Iv non ponesse veti su Conte nulla vieterebbe di reincaricarlo già entro il fine settimana. In caso contrario, ci si comincerebbe ad addentrare in terre sconosciute.
Del resto, non per caso lo scenario che si aprirebbe sarebbe quello del mandato 'esplorativo', rispetto a un perimetro comunque ben definito, formula peraltro messa in campo per primo proprio da Mattarella. Così, se il Conte ter non avesse futuro, il Presidente della Repubblica potrebbe prendersi una rapida pausa di riflessione, convocare un secondo giro di consultazioni, conferire un incarico esplorativo a una figura istituzionale (si parla di Fico, stando almeno ai rumors che arrivano dai partiti) se non anche a chi, al termine dell'esplorazione, possa a sua volta risultare incaricato.
I partiti, si diceva. Da loro si attende chiarezza: al Colle si gioca a carte scoperte dopo le schermaglie via interviste e social. E chiarezza arriva da un altro teatro importante, quello dei fatidici 'mercati', dove l'andamento dell'altrettanto fatidico spread ha punteggiato in passato drammatici cambi di scena. Questa crisi in tempi di covid pare non preoccuparli, i mercati, visto che lo spread ieri ha chiuso (118 punti) pressochè stabile rispetto al giorno precedente.
Un dato che, letto con altre lenti, porta a pensare che l'opzione delle elezioni anticipate come unico sbocco sia considerata improbabile. Anche questo, un tassello verso la composizione del puzzle.