AGI - "Penso che oggi ci saranno 158 voti a favore del premier Conte". È il pronostico che fa Bruno Tabacci a poche ore dal voto di fiducia al Senato. Ma il pallottoliere, e i calcoli in continuo aggiornamento di chi si sta occupando da giorni del dossier, spingono in queste ore la maggioranza ad essere meno ottimista. Cautela trapela soprattutto dal Pd. Al momento, i voti certi a sostegno dell'esecutivo sono 152. Quindi, 9 voti sotto la soglia della maggioranza assoluta che, va ribadito, non occorre raggiungere; ma per governo e giallorossi l'obiettivo sperato sarebbe quello di incassare almeno 158 voti (fonti parlamentari di maggioranza sostengono che i sì sarebbero 157). Un traguardo che abbasserebbe il distacco dai voti contrari e dalle astensioni dei renziani, il cui totale potrebbe toccare quota 157-159.
Nel ribadire l'appello a un "appoggio limpido, un appoggio trasparente, che si fondi sulla convinta adesione a un progetto politico", il premier Giuseppe Conte, intervenendo questa mattina a palazzo Madama, ha sì ammesso che "i numeri sono importanti, oggi più di ieri, oggi è un passaggio fondamentale nella vita istituzionale del nostro paese", tuttavia per il presidente del Consiglio "più importante è la qualità del progetto politico e noi chiediamo a tutte le forze politiche e parlamentari che hanno a cuore il destino dell'Italia di aiutarci a ripartire con la massima celerità".
La maggioranza nel suo perimetro ufficiale conta su 146 voti favorevoli: 92 di M5s (il gruppo al Senato è composto da 93 senatori, ma c'è un'assenza per malattia); 35 del Pd; 8 delle Autonomie; 6 di Leu; 4 del Maie, a cui si aggiunge il voto di Maurizio Buccarella, ex M5s che sabato scorso ha annunciato in un'intervista ai Tg il suo passaggio nel gruppo del Movimento degli italiani all'estero. A questi voti certi vanno aggiunti i voti della senatrice a vita Liliana Segre e dell'ex premier Mario Monti. E si arriva a quota 148.
Hanno annunciato il voto favorevole Tommaso Cerno (che è pronto a tornare nel Pd), l'ex M5s Gregorio De Falco, l'ex Forza Italia Sandra Lonardo e Sandro Ruotolo. Per un totale di 152. Ancora incerto, invece, il voto di Riccardo Nencini del Psi, grazie al quale Matteo Renzi ha potuto dar vita al gruppo Iv al Senato.
Nencini, intervenendo in Aula, è rimasto nel vago: "Valuteremo". C'è chi li annovera tra i voti a favore, ma gli ex pentastellati ora al Misto Lelio Ciampolillo e Luigi Di Marzio non hanno ancora ufficializzato la loro posizione, quindi vanno considerati tra gli incerti. Conferma il no Azione-Più Europa - ha votato contro già ieri alla Camera - così come, dopo l'ennesimo vertice di centrodestra, ribadiscono il no compatto alla fiducia i 3 centristi dell'Udc (anche oggi Paola Binetti ha spiegato che votera' contro alla fiducia ma nel futuro "vedremo"), i totiani di Cambiamo e Idea.
Nessuna defezione è il refrain che arriva da Forza Italia, anche se nella maggioranza restano 'attenzionati' almeno due senatori azzurri (Anna Carmela Minuto e Andrea Causin), sperando nell'effetto Polverini, che ieri alla Camera ha votato a favore della fiducia.
Non certi, al momento, nemmeno i voti di altri ex M5s, come Mario Giarrusso e Tiziana Drago. Riflettori puntati anche sui renziani: fonti di Iv assicurano che non ci saranno sorprese, tutti e 17 i senatori presenti al Senato (Marino è assente giustificato per Covid) si asterranno.
La conferma arriva da uno dei renziani dati in bilico: "Stasera mi asterrò, l'astensione è l'unica posizione che ci consente di riannodare i fili del dialogo e del confronto coi nostri colleghi di maggioranza, una cosa di cui c'è bisogno. Se votiamo 'no', è finita, ed è un problema per Paese", spiega Eugenio Comincini.