AGI - Novantacinque anni, era tra i pochi italiani ancora in vita sopravvissuti ad Auschwitz. E' morto, a Milano, Nedo Fiano, scrittore, una vita segnata dalla deportazione nei campi di sterminio nazisti che non si stancò mai di testimoniare. "Papà ci ha lasciati. Ci rimarranno per sempre le sue parole e il suo insegnamento, il suo ottimismo e la sua voglia di vivere", ha scritto il figlio Emanuele, deputato del Pd. "Non avrò mai io la forza che ebbe lui e che lo fece risalire dall’abisso, ma da lui ho imparato che per le battaglie di vita e contro ogni odio bisogna combattere sempre. Questo ci ha insegnato la memoria che lui ha contribuito a diffondere. Sia lieve a papà la terra che lo accoglie e sempre su di noi la sua mano ci protegga".
"Con la scomparsa di Nedo Fiano perdiamo uno degli ultimi sopravvissuti all’orrore della Shoah, un appassionato, prezioso testimone di una delle pagine più buie della storia dell’umanità", ha tenuto a ricordare il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, inviando un "commosso pensiero e una partecipe vicinanza al figlio Emanuele e ai suoi cari".
Nato a Firenze nel 1925, Nedo Fiano fu arrestato il 6 febbraio del 1944 dalla polizia fascista mentre passeggiava in via Cavour, nel centro del capoluogo toscano, e condotto nel campo di Fossoli, frazione di Carpi, in Emilia-romagna. Il 16 maggio dello stesso anno fu deportato ad Auschwitz assieme a tutta la sua famiglia. Nedo fu l'unico superstite della famiglia Fiano, liberato nel campo di Buchenwald, dove era stato condotto dalle SS in fuga alla fine della guerra. Rimasto orfano a 18 anni, fu segnato profondamente dall'esperienza del campo di concentramento. Ma cercò comunque di andare avanti. Si laureò alla Bocconi, a 43 anni, mantenendo una promessa che aveva fatto alla madre. Un traguardo importante per un ragazzo che a 13 anni aveva dovuto lasciare la scuola per via delle leggi razziali.
La sua intensa attività di scrittore e testimone della Shoah lo portò a importanti riconoscimenti: il 7 dicembre 2008 ottenne l'Ambrogino d'Oro, conferitogli dal Comune di Milano, massima onorificenza cittadina. Il 22 maggio 2010 a Pontremoli ricevette il Premio Bancarellino, per il libro 'Il passato ritorna' (Editrice Monti). Nel 1997 fu fra i testimoni del film-documentario 'Memoria' presentato al Festival di Berlino.Nel 2003 pubblicò il libro 'A 5405. Il coraggio di vivere' nel quale raccontò la sua esperienza di deportato, ricordando nel titolo il suo numero di matricola. Protagonista di numerosi documentari tv, è stato anche uno dei consulenti di Roberto Benigni nel film 'La vita è bella'.
La notizia della morte di Fiano ha suscitato un coro di reazioni e ricordi nel mondo della politica e della società civile. "Dopo essere sopravvissuto al campo di sterminio di Auschwitz, Fiano ha dedicato la propria vita a testimoniare gli orrori della Shoah. Ci lascia oggi a 95 anni. Un abbraccio a Emanuele Fiano e a tutti i suoi cari", ha scritto il presidente della Camera, Roberto Fico. "Con la scomparsa di Nedo Fiano, il mondo perde un uomo che, dopo essere sopravvissuto all'orrore della Shoah, ha passato il resto della vita trasmettendo ai giovani il valore della memoria. Da oggi il mondo è più povero", ha affermato il segretario nazionale del Pd, Nicola Zingaretti su Twitter.
"La scomparsa di Nedo lascia un vuoto profondo". ha lamentato la presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, Noemi Di Segni, anche a nome di tutto il Consiglio Ucei. "Ricordo un Testimone ma anche un uomo straordinario - ha continuato - amante della vita nonostante la terribile esperienza vissuta nel lager. Il 20enne Nedo fu l'unico della sua famiglia a fare ritorno. Con la disperazione negli occhi, ma anche la voglia di costruire e ricostruire insieme all'amata Rina, la compagna di scuola ritrovata e insieme alla quale avrebbe messo al mondo tre figli - Enzo, Andrea ed Emanuele - cui tutti ci stringiamo con affetto in questo momento di immenso dolore. La sua lucida testimonianza, il suo incrollabile impegno civile e di Memoria, resteranno un segno indelebile nelle generazioni. Sia il suo ricordo di benedizione". "Mi piange il cuore per la scomparsa di Nedo Fiano. Sopravvissuto a Auschwitz, ha avuto la forza di raccontare l’orrore a intere generazioni. Un esempio di vita per tutti noi", ha scritto la presidente della comunità ebraica di Roma, Ruth Dureghello.
"Piangiamo la perdita di un uomo straordinario" e un "instancabile testimone" della Shoah, ha commentato il ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia. "Con il suo racconto ha trasmesso a generazioni di italiani la tolleranza, il coraggio, la forza di resistere al male assoluto", ha ricordato il collega ai Rapporti con il Parlamento, Federico D'Incà. "Benedico il giorno che ti ho incontrato e ti dico grazie, caro Nedo", ha scritto il leader di Iv, Matteo Renzi. "Sei stato un gigante nella tua vita. E sei stato meraviglioso nell'accettare di rivivere il dolore di Auschwitz per educare le nuove generazioni. Per dare loro speranza. Per insegnare a tutti noi che dire MAI PIU' è un dovere".