AGI - Il Pd non appoggerà mai un esecutivo di larghe intese o unità nazionale nel caso dovesse cadere il governo Conte II. L'unica alternativa sarebbe il voto. Parola del vicesegretario dem Andrea Orlando che, intervistato da Rainews 24, afferma categorico: "No, non sn sarei disponibile a un governo di larghe intese, se cade questo governo la strada è quella delle urne".
"Un tentativo diverso non avrebbe un senso: ho letto di maggioranze che si allargano e si stringono, noi siamo alternativi alla destra e sarebbe paradossale riportare salvini al governo", ha aggiunto il numero due del Nazareno, che scandisce: "Il problema non è Conte".
"Il problema è individuare un metodo. Per gestire 209 miliardi" del Recovery "servono metodo e strutture. Noi abbiamo fatto proposte che andavano verso un rafforzamento del ruolo di Conte, perché riteniamo che serva una guida politica e servano strumenti per esercitarla fino in fondo".
"Ho sentito Renzi, ma non mi pare che abbiamo le stesse idee nel modo in cui si conduce questa fase". L'esponente dem quindi spiega: "Noi abbiamo chiesto i due tavoli di governo che hanno fatto un pò di strada, anche se quello delle riforme si è incagliato sui veti incrociati di Italia viva e M5s. Ma pensiamo che si debba stare lì dentro, senza percorrere avventure".
"Dopo anni di discredito, l'Italia è riuscita a riconquistare credibilità a livello europeo e dissiparla in questo momento non mi pare una buona idea", aggiunge ancora.
"Non servono show muscolari, ma la pazienza di individuare le priorità, un lavoro di guida politica. più che parlare di programma parlerei di crono programma, dobbiamo dire le cose che vogliamo fare ma soprattutto in quale ordine le vogliamo fare". Infine, quanto all'ipotesi rimpasto e a un suo possibile ingresso nel governo, Orlando lo esclude, e nega di essere interessato a un posto nell'esecutivo.