AGI - “A 10 mesi dall’inizio della pandemia, troppi sono i ritardi, le indeterminatezze e le disomogeneità nella riorganizzazione sanitaria". Così la presidente del Senato ha criticato con durezza il governo.
"Sono errori - ha proseguito - che non possiamo permetterci di ripetere rispetto alla grande sfida che tutti attendiamo dalla distribuzione dei vaccini anti-CoVid. altri Paesi sono già operativi, mentre l’Italia ha ancora difficoltà sui vaccini anti-influenzali. In tanti settori, non solo nella sanità, l’incertezza con cui il Paese si muove è ciò che preoccupa di più i cittadini”.
La seconda carica dello Stato, oggi ha incontrato la stampa parlamentare per i consueti auguri per le festività natalizie e ha manifestato un'insofferenza nei confronti dell'esecutivo, che non si è limitata al capitolo Covid, ma che ha investito anche la sfera dei rapporti col Parlamento e del ricorso alla decretazione, che già era stata al centro di sue precedenti critiche all'esecutivo. È però sulle regole da seguire nel periodo festivo che arriva l'affondo più incisivo, quando la presidente sottolinea che “le famiglie non sanno ad oggi se, quando e con chi potranno vivere il Natale. È incomprensibile che gli italiani non sappiano come comportarsi. Regole anche ferree, ma certe, perché è inimmaginabile che ci si trovi all’ultimo momento di fronte al fatto di non potere portare un augurio ad un genitore anziano, solo e magari anche malato”.
I dubbi sulla gestione del Recovery Fund
Sul fronte dei provvedimenti economici, anche nel discorso della Casellati, come è stato ieri per il presidente della Camera Roberto Fico, tiene banco la questione dell'impiego delle risorse del Recovery Fund, ma soprattutto la preoccupazione di tutelare le prerogative del Parlamento nel processo decisionale, con un aperto riferimento alla questione più scottante: “Non credo – ha affermato la presidente - che nessuna cabina di regia o nessun gruppo di esperti possa sostituirsi alle necessarie decisioni del Parlamento. Non possiamo permetterci di sbagliare. Come per il Piano Marshall, l’opportunità del Recovery Fund capita una volta sola nella storia. Disperdere le risorse disponibili in mille rivoli improduttivi sarebbe un errore imperdonabile, che finirebbe per ricadere sulle spalle dei nostri figli e nipoti".
Secondo Casellati, "una 'finanza di emergenza' basata su interventi assistenziali a pioggia non è la risposta che il Paese si attende. Serve piuttosto lavorare ad un “Progetto Italia” che guardi al futuro, garantendo prospettive reali di crescita e sviluppo E su questo fondamentale aspetto il Parlamento deve riguadagnare la sua centralità, garantire trasparenza e reale partecipazione ai cittadini rispetto al processo decisionale".
"Sono consapevole – ha aggiunto Casellati - che stiamo attraversando una situazione eccezionale, ma mi auguro che non si proceda più nel legiferare come nel decreto-legge Ristori. Abbiamo vissuto una concatenazione di ben quattro provvedimenti a contenuto plurimo confluiti in un unico testo attraverso emendamenti e subemendamenti governativi. Non solo la lettura è stata difficile, ma anche il vaglio di ammissibilità degli emendamenti". La presidente del Senato ha sottolineato che "la centralità delle Camere- non è incompatibile con la rapidità decisionale. Basta la volontà politica. Che possibilmente significhi collaborazione tra maggioranza e opposizione. Ad oggi, non abbiamo ancora visto grandi frutti”.
Il rischio, per Elisabetta Casellati, è che una situazione di stallo, di fronte a una crisi feroce come quella in corso a causa della pandemia, porti “a un disagio sociale fuori controllo”, che si può scongiurare solo “evitando che le diseguaglianze si acuiscano ulteriormente, tutelando le fasce deboli della popolazione”. Infine, l'insofferenza e le critiche della presidente non hanno risparmiato la proliferazione incontrollata e non verificata di “martellanti opinioni di virologi e di alcuni esperti diffuse dai media, non di rado contraddittorie fra di loro”, che “hanno ingenerato un grave disorientamento e confusione nell’opinione pubblica sulla gestione dell’emergenza sanitaria”. “Occorre – ha concluso - ci sia una voce ufficiale del Governo, che muova dall’accesso ai report del Comitato tecnico scientifico”.