AGI - “Voteremo no alla riforma del Mes, pronti invece a votare a favore dell’utilizzo del fondo per la spesa sanitaria, come ha sempre detto il presidente Berlusconi”. Lo assicura in un’intervista a la Repubblica il numero due di Forza Italia Antonio Tajani, già presidente del Parlamento Europeo.
E sulle tante voci che in Forza Italia si alzano contro la scelta di Berlusconi di opporsi alla riforma del Mes, il suo vice ribatte: “Tutti questi dissidenti non li vedo. Stiamo lavorando in queste ore con Renato Brunetta a una risoluzione che motivi il nostro voto contrario su un trattato che non fa gli interessi degli italiani”, dice a voler rassicurare sull’unità del partito.
Sulle interpretazioni che vogliono una Forza Italia asservita ai diktat di Salvini, Tajani replica: “Falso” perché “c’è una dichiarazione di Berlusconi del 4 dicembre 2019 in cui venivano già anticipate tutte le nostre perplessità sulla riforma del Mes” mentre “la dichiarazione di Salvini è di pochi giorni fa”.
E su un presunto voltafaccia di Berlusconi sul Mes, Tajani assicura che non c’è “nessuna marcia indietro” e poi, ironizza, “non è che se votiamo lo scostamento di bilancio siamo buoni e governativi e se diciamo no al trattato sul Mes diventiamo brutti e salviniani. In quel caso avevamo votato sì perché il governo aveva accolto le nostre proposte” garantisce.
Ma se a momento del voto qualcuno dovesse ripensarci e cambiare idea, quali conseguenze ci saranno? Quali provvedimenti verranno presi nei confronti dei dissidenti? “Le espulsioni non rientrano nella cultura liberale di Forza Italia, le lasciamo ai grillini” afferma il numero due forzista”, tanto più che “il voto in dissenso, se motivato, è sempre possibile. Ma questa volta sarebbe un errore politico e un aiuto immeritato al governo”.
Poi, per concludere Tajani ribadisce: “Berlusconi ha già annunciato il voto contrario, quella è la linea. La mediazione sarà la risoluzione di Fi che dice no alla riforma e sì all’uso del Mes per la sanità. La voteranno tutti i nostri e non sarà certo un voto in chiave antieuropeista”.
A chi gli fa notare che invece tutto il Ppe è favorevole alla riforma e solo Forza Italia è contraria nel grande Partito popolare europeo, Tajani controbatte: “Ma questo non è un voto per partiti politici bensì per Stati membri, conterà la posizione finale dell’Italia” e “se la maggioranza non ha i numeri e non è in grado di garantire l’approvazione del trattato non è un problema nostro. Noi non possiamo votarlo perché impegna pesantemente il Paese per i prossimi anni”, conclude Tajani.