AGI – Arriverà nelle prossime ore una proposta economica unica del centrodestra da sottoporre al governo. Nelle scorse settimane i partiti dell'alleanza hanno presentato separatamente le proprie misure, ora l'obiettivo è quello di concordare un 'pacchetto' condiviso. E di cercare una linea comune sia sul voto sullo scostamento di bilancio che ci sarà la prossima settimana in Parlamento, sia sul Dl ristori e la manovra.
La telefonata di oggi tra Salvini e Berlusconi (definita 'cordiale') è il segnale di un tentativo di ricompattamento dopo le polemiche dei giorni scorsi. Ma la 'tregua' si misurerà martedì nell'Aula di Montecitorio quando si voteranno le pregiudiziali presentate dal partito di via Bellerio al dl Covid che contiene la cosiddetta norma 'Mediaset-Vivendì' (FI voterà contro) e successivamente sul voto di scostamento di bilancio (gli azzurri sono per il sì, Fdi e Lega per l'astensione: l'exit strategy dovrebbe essere la condivisione di una serie di condizioni all’esecutivo).
Poi sempre in settimana ci sarà il tavolo per chiudere sulle candidature. In attesa delle mosse dei partiti fa discutere l'idea lanciata oggi da Salvini. "La proposta che farò e che spero che venga raccolta è quella – ha detto oggi il 'Capitano' - di una federazione per portare al governo alcune soluzioni sperando che Di Maio e Zingaretti abbiano voglia di ascoltare".
Il progetto punta al superamento dell'attuale schema del centrodestra a tre punte. Per un nuovo soggetto politico, ampio, diverso rispetto al presente e al passato, aperto al civismo. Il 'predellino' del leader del partito di via Bellerio ha un punto di riferimento: il piano che lanciò Berlusconi con Fini, con lo scioglimento di FI e di An che confluirono nel Popolo della libertà. Il primo passo in Parlamento. "La proposta – osserva il segretario della Lega - è aperta a tutti. Sarebbe uno straordinario segnale di unità che renderebbe ancora più efficaci le proposte che il governo e la maggioranza dei Morra-Azzolina-Bonafede si ostinano a ignorare.
Al momento Lega, Forza Italia e Fratelli d'Italia contano su 254 deputati e 135 senatori". Dunque un unico gruppo parlamentare. Per dare "concretezza all'unità auspicata da tutti i leader del centrodestra, disinnescando i tentativi di spaccare la coalizione". L'operazione, però, al momento riscontra reazioni fredde tra gli alleati. Fratelli d'Italia dice sì ad una maggiore condivisione delle scelte, ma - aggiungono dal partito della Meloni "sul resto si vedrà". Berlusconi ha sempre promosso l'idea della federazione ma – spiega un 'big' azzurro vicino al Cavaliere – "questo non è il momento, ora si tratta di pensare da una parte al Paese, dall'altra a come rilanciare il partito e riportarlo perlomeno alla doppia cifra".
Tra gli azzurri l'idea della federazione viene interpretata come il tentativo di imbrigliare l'ex premier, di metterlo all'angolo, di far sì che non ci sia alcuna possibilità di collaborazione con il governo né di dialogo con il Pd. "La verità - sottolinea un altro esponente di primo piano di FI - è che Salvini ha dimostrato di non essere un leader di coalizione, difficile possa essere anche un federatore".
La fibrillazione tra la Lega e FI resta, anche se c'è chi rimarca che nel caso di un patto per il Quirinale (ovvero l'eventualità che Salvini possa proporre la candidatura di Berlusconi), si potrebbe registrare per il futuro un nuovo asse. Però, per il momento, la frattura dopo le accuse di Salvini di ambiguità al Cavaliere e l'approdo di tre deputati nelle fila del partito di via Bellerio non si è ancora ricomposta. Con i moderati azzurri che invitano da una parte il Pd ad accelerare sulla legge elettorale di tipo proporzionale e dall'altra Berlusconi a staccarsi da Salvini.
Ma l'ex presidente del Consiglio ai suoi interlocutori ribadisce di non avere intenzione di abbandonare il perimetro del centrodestra. Ragionamento che il Cavaliere avrebbe fatto di nuovo allo stesso Salvini. “Abbiamo parlato di tasse e di lavoro. Ci sono – ha riferito l'ex ministro dell'Interno parlando della telefonata - manovre economiche che il governo sta portando in Parlamento e decreti che dimenticano milioni di italiani. Abbiamo concordato una battaglia comune su pochi obiettivi al fianco dei produttori e degli italiani più in difficoltà di altri. Gli emendamenti saranno fatti insieme".