AGI - Si terrà domenica pomeriggio l'Assemblea pubblica che concluderà gli Stati generali del Movimento 5 Stelle. Trenta le voci che prenderanno la parola per arrivare ad una sintesi da sottoporre, come di consueto, al voto delle Rete. Tanti i big che interverranno - da Luigi Di Maio a Roberto Fico al 'movimentista' Alessandro Di Battista. Prenderà la parola, su richiesta di M5s, anche il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e c'è chi non esclude - ritenendolo probabile - anche un 'blitz' del cofondatore di M5s, Beppe Grillo.
Ma prima dei nomi ci sono i temi: la leadership; il rapporto con Rousseau (molti sui territori, si apprende, mettono in discussione il ruolo dell'Associazione) il vincolo di due mandati per gli eletti (alla deroga sarebbero contrari al 90%). Sono le questioni che, al netto di altre, storicamente cavallo di battaglia dei 5 Stelle (come l'Acqua pubblica e il conflitto di interessi), campeggiano nei 21 documenti redatti, frutto delle riunioni regionali che si sono svolte in vista del rush finale. E, poi, una domanda che circola: che peso avranno le voci dei delegati? Sono chiamati a rappresentare quanto e' emerso dagli incontri di queste settimane e basta? E se si esprimessero in dissenso?
Le votazioni su coloro che si sono candidati a prendere la parola si sono concluse alle 12 del 12 novembre. Sulla piattaforma Rousseau gli iscritti abilitati al voto hanno potuto scegliere tra 978 opzioni. Sono stati 26.365 coloro che hanno partecipato al voto esprimendo complessivamente un totale di 57.172 preferenze. Ma, su decisione del capo politico, sono stati resi noti esclusivamente i 30 candidati piu' votati, in ordine alfabetico e senza indicazione delle preferenze."
Il Movimento è l’unica forza politica che, grazie alla piattaforma Rousseau, dà ai suoi iscritti la possibilità di partecipare attivamente alle decisioni politiche", ha sottolineato M5s sul blog delle Stelle, anche se, nelle ore passate non sono mancate le polemiche sia ‘in chiaro’ e che in via riservata: 'è tutta fuffa, hanno già deciso dall'alto", non ha mancato di sottolineare qualcuno. Mentre, su Facebook, Piernicola Pedicini, esclusa la sua candidatura, il 10 novembre ha messo nero su bianco una risposta a Vito Crimi: “Scrivi dell’importanza del dissenso, della sua legittimità, del fatto che non possa esistere consenso senza voci in dissenso ma, contemporaneamente, ti arroghi il diritto di scegliere il dissenso che piace da quello che non piace. È proprio in questa scelta che si consuma la contraddizione del Movimento di oggi, perché ascoltare o non ascoltare un portavoce eletto sarebbe dovuta essere una scelta degli iscritti, non del Capo Politico”
E ancora: “Le motivazioni che adduci all’esclusione poi, e cioè la presunta violazione dei principi di collaborazione e cooperazione tra portavoce che sarebbero stati infranti da me più volte e ripetutamente, sono stati infranti più volte da coloro che si sono autoproclamati vertici del Movimento, molto prima che cominciassero le mie azioni di denuncia. Io ho semplicemente tenuto fede ad un patto stretto con i cittadini con il nostro programma elettorale. Era proprio questo che avrei voluto fare agli Stati Generali: affermare il primato del Programma Elettorale”.
Intanto, nei documenti raccolti in vista della fase conclusiva, si fanno sentire anche gli attivisti che si trovano all’Estero: denunciano di sentirsi ‘isolati’ rispetto alla strutture M5s di livello nazionale e chiedono maggiore inclusione e viene fatta notare una 'fuga in avanti', rispetto ai due mandati, del viceministro Cancelleri che, su 'Il Fatto Nisseno', annuncia che si ricandiderà come presidente della Regione Sicilia.