AGI - "Chi ora rifiuta le tre fasce ci porta a sbattere. Serve unità. Nessuno ha mai messo in discussione, prima di adesso, questo meccanismo e rifiutarlo significa portare il Paese a sbattere contro un nuovo lockdown generalizzato”. È fermo nelle sue convinzioni il premier Giuseppe Conte che in un’intervista al Corriere della Sera dice che “chi ci accusa di agire sulla base di discriminazioni politiche è in malafede”. E aggiunge: “Non c’è nessuna volontà di penalizzare alcune aree a discapito di altre. Non c’è alcun margine di discrezionalità politica nell’ordinanza del ministro Speranza” per contrastare il Covid-19.
Conte reputa le Regioni “parte integrante di questo meccanismo” della divisione dell’Italia in tre fasce, sul quale giura “non torniamo indietro” perché “l’alternativa a questo sistema è chiudere ancora una volta il Paese con danni enormi per tutti” e in questo caso “mal comune non sarebbe mezzo gaudio, ma disastro per tutti”.
Nell’intervista Conte difende il criterio adottato delle tre fasce colorate in cui è stata suddiviso il Paese e si esprime contro un lockdown generalizzato, in quanto sarebbe una “ingiustizia imporre lo stesso regime di misure che stiamo applicando alle Regioni rosse anche a cittadini che vivono in territori in condizioni meno critiche”.
E precisa: “Unità significa solidarietà, non omogeneità”. Quindi Conte si chiede: “Perché una regione meno sofferente dovrebbe subire le medesime restrizioni applicate a una regione più sofferente?”
Alla domanda se c’è il rischio che le Regioni possano falsare i dati o trasmetterne solo una parte, il premier ribatte: “Non oso neppure pensarlo. Significherebbe mettere scientemente a rischio la vita dei propri concittadini, con condotte penalmente rilevanti”. (AGI)