AGI - Dopo il monito a rimboccarsi le maniche e unirsi per sconfiggere il covid e aiutare la ripresa del Paese, Sergio Mattarella alza direttamente il telefono per chiamare i principali interlocutori istituzionali del governo e invitare tutti alla collaborazione. Una regia chiara, portata avanti da settimane con una serie di appelli rivolti a tutti, a cominciare dal governo, per mettere da parte gli "egoismi" e farsi trovare dalla stessa parte della barricata contro il vero e unico nemico, il virus. Appelli a cui oggi il premier Giuseppe Conte ha cominciato a dare seguito concreto, presentandosi in aula alla Camera e al Senato, per la prima volta dall'inizio della pandemia, per condividere le misure che verranno prese nel prossimo dpcm e confrontarsi con il Parlamento, maggioranza e opposizione. Una apertura apprezzata, anche se solo parzialmente, da Lega, FdI e Fi, che si sono astenuti su una parte della risoluzione di maggioranza.
Ma intanto, stamattina, il Capo dello Stato ha chiamato il presidente della Conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini e il suo vicepresidente Giovanni Toti per sollecitare proprio la massima collaborazione. Il colloquio viene definito da fonti del Colle "interessante e proficuo". Il Presidente della Repubblica ha ribadito "il ruolo decisivo delle Regioni nel fronteggiare la pandemia" ma ha anche "auspicato la più stretta collaborazione tra tutte le istituzioni dello Stato". Ovviamente il Capo dello Stato non è entrato nel merito delle misure concrete che si stanno decidendo per arginare l'epidemia.
Proprio nelle stesse ore le Regioni erano impegnate nell'ennesimo incontro-scontro con il governo sulle scelte da compiere. Da giorni va avanti il braccio di ferro tra i governatori che vogliono misure nazionali e il governo che preferirebbe misure diversificate in base all'indice di contagio. Un botta e risposta che allontana le decisioni in un momento in cui servirebbe, oltre alla concordia, anche una certa tempestività.
Al termine del colloquio lo stesso Bonaccini ha poi affermato di condividere pienamente l'auspicio del Presidente "di collaborazione fra tutte le Istituzioni: ora più che mai serve mettere da parte appartenenze politiche o geografiche per pensare al bene del Paese. Fermare il contagio e invertire la curva pandemica
è la priorità: serve lavorare uniti, a maggior ragione oggi". "Abbiamo garantito la più ampia collaborazione istituzionale, a tutti i livelli, per affrontare nel modo più pronto ed efficace la situazione di fronte alla quale ci troviamo" gli ha fatto eco Toti. Ma sulle singole misure, in mattinata, le distanze tra governo e Regioni erano ancora profonde.
Domani Mattarella riceverà poi al Quirinale i presidenti delle Camere Roberto Fico ed Elisabetta Casellati, per avere ragguagli sulla agenda parlamentare. Proprio il Parlamento è stato indicato sia da maggioranza che da opposizione, infatti, come il luogo dove è più opportuno stabilire un dialogo istituzionale per fronteggiare il coronavirus. Quel che va evitato, infatti, è perdere tempo in scaramucce, che disorientano i cittadini, mentre l'imperativo categorico è impegnarsi tutti, ognuno nel suo ruolo, per salvaguardare la salute dei cittadini ed evitare ripercussioni pesanti sull'economia. Un impegno che ha bisogno del lavoro congiunto del governo, che deve dialogare con le sue controparti, con le Regioni e con il Parlamento in cui siedono sia opposizione che maggioranza. Una triangolazione virtuosa che si è inceppata e che la moral suasion di Mattarella sta cercando di riattivare.