AGI - L'esordio della candidatura di Carlo Calenda per il Campidoglio divide i possibili alleati di centrosinistra. L'annuncio dell'ex ministro ha trovato un'accoglienza tiepida in casa Pd, dove più voci fanno notare che la sua corsa è legittima ma per ottenere l'appoggio della coalizione serve il rispetto del percorso impostato sui territori, che per adesso nella Capitale prevede il ricorso alle primarie. "Non sono contrario in generale alle primarie", dice Calenda, "ma se le primarie per Roma avranno numeri bassi, diventano uno scontro tra truppe cammellate". Contrari alle primarie anche gli esponenti di Italia Viva, mentre dal Pd di Roma viene ribadito che "il percorso indicato va avanti, Nicola Zingaretti è stato chiaro" e "ci sono dei paletti che vanno rispettati, come il rispetto della partecipazione dei cittadini alle scelte del partito".
Le primarie
Anche sulla persona di Carlo Calenda, non sembra esserci preclusioni da parte dei dem, salvo che per la questione delle primarie e alla condizione che la corsa per Roma non diventi "un pretesto per attaccare il governo". Mentre Italia Viva e +Europa hanno ribadito il loro sostegno alla corsa del leader di Azione, sottolineando la necessità di convergere sul suo nome anche vista la difficoltà di allestire i gazebo vista la pandemia di Covid. La "delegittimazione delle primarie" e l'endorsement di Lapo Elkann, però, vengono giudicati una falsa partenza dagli esponenti romani del Partito Democratico, per i quali "facendo campagna solo negli studi televisivi e sui social network non si va da nessuna parte".
Passi falsi sui social
Il riferimento è anche ai "passi falsi" di Calenda su Twitter e Facebook, anche quando non è lui l'autore dei post. Ultimo caso in ordine di tempo riguarda un video del 2018 in cui l'aspirante primo ciottadino afferma: "Candidarmi sindaco? Sarei un cialtrone a farlo, nemmeno morto". Un video che rimbalza da un social network all'altro, provocando critiche e ironie da parte degli utenti. Dalla prossima settimana partirà la campagna dell'ex ministro sui territori, iniziando dalle periferie. Oggi intanto Calenda ha ricordato che la sua corsa nasce anche perché nel Pd nessun esponente di primo piano si è fatto avanti. "Ci fosse stato un candidato forte e credibile, questo problema non si sarebbe posto. Sarebbe stato più facile per il Pd appoggiare uno dei loro. Ma uno di loro non c'è, e si devono accontentare". Poi l'ex ministro ha sottolineato: "Per ora sono il candidato di Azione, se lo sono con il centrosinistra lo devono decidere loro".
Candidato contro il Pd
Nel frattempo Nicola Zingaretti ha chiarito che il punto di partenza nella Capitale resta il tavolo della coalizione. "A Roma c’è una bellissima comunità di centrosinistra - le parole del segretario Pd - che si sta riorganizzando e sta discutendo un manifesto e un percorso per far decidere il candidato sindaco ai romani. È un percorso aperto a tutti quelli che vogliono partecipare e quindi anche a Calenda". Più netto il segretario Dem cittadino Andrea Casu: "Quella di Calenda ad oggi, malgrado aperture e disponibilità nostra è una candidatura che lui sta costruendo contro tutto quello in cui il Pd crede: l'apertura e la partecipazione popolare per la scelta del candidato o il Governo di cui siamo parte fondamentale. Purtroppo ancora una volta divide e la destra brinda".
Il tavolo
Il tavolo di coalizione intanto dovrebbe tornare a riunirsi in settimana. Nonostante abbia ufficializzato con il presidente Ettore Rosato il sostegno alla corsa di Calenda, Italia Viva rimarrà al tavolo del centrosinistra capitolino sul candidato sindaco: fonti parlamentari renziane spiegano infatti che "Carlo Calenda deve essere il candidato di centrosinistra a Roma e non solo di Azione e Italia Viva. Siamo convinti che Calenda sia una grande opportunità. Se ci sarà un altro nome di primo piano, ne saremo felici, ma al momento abbiamo il nome di Carlo Calenda". Da Italia Viva si sottolinea inoltre che "siamo azionisti di quel tavolo, essendo Italia Viva la seconda forza politica di opposizione in Campidoglio".
Sardine in campo
Un tavolo che diventa sempre più lungo: dopo le forze politiche e civiche che lo avevano già fatto, oggi sono state le 6000 Sardine della Capitale a sottoscrivere l'appello del centrosinistra per non disperdere le energie. Un accordo "non sui nomi ma sui programmi, le 6000 Sardine Roma sono disponibili ad ascoltare e a contribuire al manifesto che si verrà a formare per la Roma del futuro", sottolineano in una nota. Al di là dei botta e risposta, tuttavia, l'annuncio di Calenda apre un tema politico per quello che riguarda la scelta del candidato: il leader di Azione è già in campo ed è sostenuto dai renziani, una combinazione che rende difficile un accordo con i 5 Stelle, magari al secondo turno. E invece il Pd ed il M5s per rafforzare l'alleanza di governo sono alla ricerca di intese anche sui territori, a partire dalle comunali nelle grandi città della primavera 2021. La presenza da un lato di Calenda e dall'altro di Virginia Raggi, in corsa per tentare il bis per i pentastellati, complicano questo quadro. Domani intanto dovrebbero incontrarsi nuovamente anche i vertici del centrodestra per parlare di candidature alle comunali di Roma, Milano, Torino, Bologna e Napoli. Per la Capitale gli alleati da settimane starebbero lavorando su possibili candidati civici. Fonti del centrodestra romano sottolineano che l'ipotesi del conduttore televisivo Massimo Giletti non sarebbe ancora stata scartata.