AGI - Basta incertezze, non c'è più tempo da perdere: il governo attivi subito il Mes. Silvio Berlusconi, di nuovo in campo dopo la piccola pausa a causa del Covid, 'striglia' l'esecutivo, esortandolo ad attivare al più presto le risorse del Fondo 'salva Stati'. Intanto, nella maggioranza si fa insistente il pressing di Pd e Iv affinchè l'Italia non rinunci alle risorse messe a disposizione dall'Ue per la Sanità. Ma la posizione dei 5 stelle, nonostante qualche tiepida apertura mostrata nelle scorse settimane, resta ferma sul No.
E che le divisioni interne ai giallorossi rendono difficile una soluzione a breve lo si comprende anche dal testo della risoluzione di maggioranza votata ieri dalla Camera sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea nell'anno 2020. Nel testo, infatti, si fa sì riferimento al Mes, ma l'impegno al governo non prevede nessuna tempistica e si rimanda a un dibattito in Parlamento ogni decisione. "Assumere ogni decisione sul ricorso alla linea di credito sanitaria del Mes solo a seguito di un preventivo ed apposito dibattito parlamentare e previa presentazione da parte del Governo di un'analisi dei fabbisogni e di un piano dettagliato dell'utilizzo degli eventuali finanziamenti", recita la risoluzione.
Una tempistica incerta che non soddisfa le forze politiche da sempre schierate a favore del ricorso al Fondo, tra cui Forza Italia. Il leader azzurro, che oggi ha preso parte a distanza ai lavori del parlamento europeo, è tornato ad incalzare l'esecutivo, proprio alla luce della situazione Covid in Italia: "Lavoriamo perché l'Ue continui a mettere in campo strumenti per sostenere i Paesi colpiti dal coronavirus - ha detto Berlusconi - ma l'aumento dei contagi impone un nuovo senso di responsabilità: il governo in primis deve abbandonare le incertezze e richiedere l'attivazione dei fondi del Mes. Non c'è più tempo da perdere".
Anche nella maggioranza il dibattito sul Mes resta aperto, con il segretario del Pd che torna a chiedere tempi rapidi e in un'intervista avverte: "Non vorrei che si approfittasse della ritrovata stabilità" dopo l'esito delle elezioni Regionali e comunali, che hanno premiato le forze di maggioranza e i dem in particolare, "per prendersela comoda. Possibile che stiamo ancora a perdere tempo sul Mes? Voglio dirlo chiaro: l'obiettivo su cui si gioca quest'alleanza di governo non è più l'elezione del prossimo capo dello Stato, come si poteva ancora immaginare a gennaio, ma il Recovery plan e la ricostruzione del Paese".
Dello stesso avviso il leader di Italia viva: "Sul Mes ho chiesto al presidente del Consiglio, al Pd, al M5s, a Speranza: mettiamoci attorno a un tavolo e decidiamo, se no diventa una barzelletta. Serve che la maggioranza si riunisca, bisogna mettersi d'accordo". Per Matteo Renzi "è allucinante vedere le code per i tamponi. Mancano i soldi? Ci sono 37 miliardi del Mes, altrimenti diventa una barzelletta. Buonsenso vuole che non si buttino via i soldi". La sottosegretaria alla Salute, Sandra Zampa spiega di "confidare molto nella possibilità che il Mes venga richiesto a Bruxelles. E' una opportunità unica".
Ma la posizione dei 5 stelle non cambia: "Ribadiamo le nostre forti perplessità sull'introduzione delle Cacs single limb, clausole di azione collettiva che renderebbero più semplice ristrutturare il debito pubblico di un Paese che richiedesse l'accesso al Mes", affermano i deputati pentastellati della commissione Finanze, secondo i quali "è un peggioramento rispetto all'impianto originario del Trattato anche il ruolo centrale che il Mes assumerebbe nell'analisi di sostenibilità del debito del Paese richiedente e non ci convince nemmeno la più netta linea di demarcazione tra Paesi che possono richiedere una linea di credito precauzionale e Paesi che sarebbero destinati ad una linea di credito a condizioni rafforzate. Ricordiamo, in ogni caso, che il Governo dovrà conformarsi agli indirizzi delle Camere, e mantenerle coinvolte, riguardo tutti i passaggi di negoziato sulla modifica al Trattato Mes, come stabilito in due risoluzioni di due diverse maggioranze".
Nella Lega, da sempre contraria al ricorso al Mes, si leva la voce fuori dal coro di Roberto Maroni: "Salvini dica sì. Quei soldi servono, sono destinati alla Sanità, io li chiederei", ha detto l'ex ministro dell'Interno.