AGI - "Separarsi sarebbe un fallimento. Sì a una guida collegiale". E' quanto dichiara in un'intervista a Repubblica Manlio Di Stefano, sottosegretario 5s agli Esteri, circa le sorti del Movimento che sta vivendo in questi giorni momenti particolarmente agitati. Dice Di Stefano: "Rischiamo di diventare un partito, nella cattiva accezione del termine? Se non è accaduto in questi anni, non penso ci sia il rischio adesso".
Per poi aggiungere: "Il Movimento ha tante sfaccettature, tante quante le complessità che ogni giorno dobbiamo governare. Per questo immagino che una leadership collegiale, magari a sostegno di un portavoce, sia la cosa migliore", dice Di Stefano a proposito di una possibile unità di intenti tra Casaleggio e Di Battista in questa fase.
"Io credo - afferma Di Stefano - che manchi solo il giusto dialogo tra tutti. Troppo spesso si vive tra il sentito dire. E il sistema non vede l'ora di spazzarci via" anche perchè "in un mondo ideale, governeremmo da soli. La realtà invece è differente e difficilmente cambierà".
"Il Movimento - riflette il sottosegretario agli Esteri - ha dovuto far di necessità virtù e governare prima con la Lega e poi col Pd e con entrambi è riuscito a fare cose mai viste prima, come il reddito di cittadinanza, il taglio dei parlamentari, la cancellazione dei vitalizi, il decreto dignità, la norma anticorruzione, lo stop alla prescrizione, quota 100, il super bonus 110%" elenca i successi. Per concudere: "Questo significa che per fare politica bisogna sporcarsi le mani mantenendo sempre la barra dritta. Il bianco e nero è il linguaggio dei commentatori nei talk-show".