AGI - La fiscalità di vantaggio per il lavoro al Sud è la strada giusta per evitare un possibile collasso dell’occupazione che allargherebbe i già drammatici divari con il resto del Paese. In una lettera al Corriere della Sera, il ministro per il Sud e la Coesione territoriale, Giuseppe Provenzano replica all'editorialista del quotidiano, Francesco Giavazzi, che nei giorni scorsi aveva definito la fiscalità di vantaggio per il lavoro al Sud come una strada che non aiuta le future generazioni.
Contributi giù del 30%
“La misura – spiega Provenzano – prevede un taglio del 30% nei contributi a carico dell’impresa per tutti i dipendenti la cui sede di lavoro si trova in una regione del Sud, con una conseguente riduzione del costo del lavoro che non comprime i salari. Entrerà in vigore beneficiando del Temporary Framework della Commissione e dal 2021 sarà estesa, questa è la proposta che stiamo discutendo in Europa, con uno sgravio decrescente, fino al 2029”.
Fare impresa costa troppo
Una misura, aggiunge ancora il ministro per il Sud, che nasce “Da una constatazione: fare impresa e lavorare al Sud costa di più, per un deficit di produttività legato a un progressivo disinvestimento di lungo periodo nel contesto formativo, infrastrutturale e istituzionale, aggravato dalle politiche di austerità seguite alla crisi precedente, di cui ancora attendiamo i famosi effetti espansivi previsti da Giavazzi”.
La via vietnamita
Si chiede Provenzano: “Se lo Stato, ad ogni livello di governo, non ha investito in infrastrutture e servizi adeguati al Sud, in una P.A. efficiente, e tutto questo incide sui fattori di produttività, perché a pagarne il costo devono essere gli imprenditori e i lavoratori?” Secondo il ministro “la priorità, per il Sud, con ogni evidenza, è il rilancio degli investimenti”, ma la misura, secondo le critiche, “anziché incentivare investimenti e innovazione, indicherebbe una strategia per la competitività del Sud basata sul costo del lavoro (la via ‘vietnamita’, niente di meno)”. Puntualizza Provenzano: “Invece, già prima della pandemia, con il Piano Sud 2030, abbiamo messo in campo una strategia coordinata di rilancio degli investimenti pubblici e privati, un impegno assunto con il PNR, che abbiamo iniziato ad attuare in questi mesi e che ora grazie al Next Generation EU potremo potenziare”.