AGI - Dalla legge elettorale al voto dei 18enni per eleggere il Senato, passando per i regolamenti di Camera e Senato fino all'ipotesi di mettere mano al bicameralismo paritario.
La vittoria schiacciante dei Sì al referendum costituzionale, che dà la volata al taglio dei parlamentari, rimette in moto con forza la macchina delle riforme. Ieri, a urne appena chiuse e risultato ancora non definitivo, tutte le forze di maggioranza hanno puntato l'accento sul capitolo riforme, a partire dalla nuova legge elettorale. Una spinta che potrebbe servire a velocizzare l'iter delle proposte già in campo, arenatosi durante l'emergenza coronavirus e faticosamente riavviato su pressing del Pd.
Ma molti sono i nodi ancora da sciogliere, e le diverse posizioni all'interno della stessa maggioranza hanno contribuito a frenare il cammino sia della riforma del sistema di voto che gli altri 'correttivi' contenuti nell'accordo siglato dai giallorossi lo scorso autunno. A complicare il quadro c'è poi il rilancio di Pd, Iv e M5s di altre riforme, ancora da mettere nero su bianco e presentare in Parlamento, alcune delle quali mirano al superamento del bicameralismo paritario ma anche al taglio degli stipendi dei parlamentari dopo la sforbiciata sui numeri.
Le riforme attualmente in campo all'esame dei due rami del Parlamento, frutto del patto di 4 punti siglato dalla maggioranza di governo per 'controbilanciare' gli effetti del taglio dei parlamentari, sono: la legge elettorale, la riforma della base di elezione del Senato; la riduzione del numero dei delegati delle regioni nella elezione del Presidente della Repubblica; la parificazione dell'elettorato attivo e passivo di Camera e Senato, poi modificata nella sola parificazione dell'elettorato attivo, con il voto ai 18enni per leggere i senatori, e infine la riforma dei Regolamenti dei due rami del Parlamento.
Legge elettorale
Nelle scorse settimane, dopo un'agguerrita battaglia tra maggioranza e opposizioni, la commissione Affari costituzionali della Camera ha adottato il testo base, il cosiddetto Brescellum, ovvero un sistema proporzionale con soglia di sbarramento al 5% e diritto di tribuna per i piccoli partiti.
Sulla riforma, però, pesano i distinguo interni ai giallorossi e la netta contrarietà del centrodestra, anche se alcuni spiragli potrebbero aprirsi dentro Forza Italia. Il testo base è stato votato solo da Pd e M5s, non da Iv e Leu. I renziani hanno da tempo rilanciato il maggioritario e insistono sulla necessità di coinvolgere le opposizioni. Leu contesta la soglia al 5% e punta a rivederla al ribasso (modifica su cui potrebbero convergere l altre forze di maggioranza).
Altro nodo tutto ancora da sciogliere è la composizione delle liste: il tema non è affrontato dal testo base e i 5 stelle hanno annunciato battaglia sulle preferenze, punto caro a FdI ma sul quale nicchia il Pd. Lega e FdI insistono sul maggioritario e sono pronti alle barricate in Aula. Il testo della riforma dovrebbe approdare in Aula lunedì prossimo, 28 settembre, ma è alquanto difficile che la tempistica venga rispettata: in commissione, infatti, non è ancora stato fissato il termine per gli emendamenti, che si preannunciano numerosi.
Riforma Fornaro
L'elezione del Senato non più su base regionale bensì su base circoscrizionale e la riduzione da 3 a 2 dei delegati regionali per l'elezione del Capo dello Stato è all'esame della Camera e da calendario stabilito dalla conferenza dei capigruppo approderà in Aula per la discussione generale venerdì 25 settembre. L'esame nel merito non è ancora stato avviato in commissione. La Affari costituzionali si riunirà domani: sul testo 'pesano' 850 emendamenti presentati dalle opposizioni.
Il voto ai 18enni
Dopo lo stralcio della parte relativa all'equiparazione dell'elettorato passivo (l'abbassamento dagli attuali 40 a 25 anni dell'età minima per essere eletti), il Senato nelle scorse settimane ha dato il via libera alla riforma che consente anche ai 18enni di votare per eleggere i senatori. E' la seconda lettura conforme, dopo l'ok di Montecitorio avvenuto lo scorso anno. Ora dovranno trascorrere tre mesi, dopodichè si procederà alle altre due letture conformi. La riforma ha il sostegno di tutte le forze di maggioranza (ad eccezione di Iv che non ha partecipato al voto per protesta contro lo stralcio delle norme sull'elettorato passivo), mentre il centrodestra si è astenuto.
Riforma dei regolamenti di Camera e Senato
Nessun progetto o proposta è stata ancora presa in esame. E si tratta della riforma forse più complessa e più lunga. Ma è una riforma necessaria alla luce del taglio dei parlamentari, per adattare i lavori dei due rami del Parlamento alla nuova composizione.