AGI - Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha ammesso che avrebbe voluto Mario Draghi alla presidenza della Commissione europea. "Quando si fa il suo nome ho l'impressione che lo si tiri per la giacchetta", ma "non lo dico perché lo considero un rivale". "Avrei visto bene Draghi come presidente della Commissione europea, l'ho incontrato perché non volevo spendere il suo nome invano" ma "mi disse che era stanco", lo ha detto Conte impegnato oggi alla festa del Fatto quotidiano, prima, e poi al Forum Ambrosetti a Cernobbio.
E per il Quirinale il premier vedrebbe "benissimo" un secondo mandato del presidente Sergio Mattarella. "Dal mio punto di vista, se ci fossero le condizioni per un secondo mandato lo vedrei benissimo", ha confermato.
Il Recovery fund e il Mes
Tra i temi toccati dal premier, anche il Recovery fund. "L'Italia - ha dichiarato - non ha mai avuto 209 miliardi da spendere, neppure con il Piano Marshall" e questa "è una sfida storica, ne va della credibilità dell'Italia in Europa. E' la ragione per cui in agosto abbiamo lavorato tanto per il Recovery Fund", con tantissimi progetti che oggi stiamo selezionando evitando la "parcellizzazione".
Quanto al Mes, su cui ieri è tornato a insistere il segretario Pd Nicola Zingaretti, Conte ha affermato: "Non bisogna pensare che chiedendo 36-38 miliardi verranno investiti tutti nella Sanità. La nostra finanza pubblica andrebbe a rotoli. Se avremo bisogno di ulteriore finanza, in particolare per la Sanità, andrò in Parlamento" e ne discuteremo "nell'interesse generale".
Serve una "riforma organizzata del nostro sistema fiscale" sono "circa 40 anni che il sistema fiscale non gode di una riforma sistemica, abbiamo un team di esperti che ci sta lavorando", ha precisato il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, nel suo intervento al Forum Ambrosetti. "Stiamo lavorando per definire un quadro di riforma", ha aggiunto. "Il discorso dell'abbassamento delle tasse non lo faremo certo con fondi europei", ma "avviando un processo virtuoso" di digitalizzazione del sistema.
Escluso nuovo lockdown ma inopportuno riaprire stadi
"Ieri è stata data la notizia del record storico del numero dei contagiati perché c'è stato un corrispondente record del numero dei tamponi" e Conte, parlando alla festa del Fatto quotidiano sottolinea: "Non mi risulta che in altri Paesi sia avvenuto". Il premier aggiunge: "Noi italiani ci riveliamo responsabili. L'intento è quello di aumentare il numero dei controlli e predisporsi per interventi mirati. Abbiamo un sistema di monitoraggio elevato e che possiamo affrontare l'autunno con fiducia, senza un nuovo lockdown".
Tuttavia, Conte ritiene che non sia il momento di far tornare i tifosi negli stadi: "Nello stadio - ha spiegato - l'assembramento è inevitabile, dentro, come entrando e in uscita: l'apertura la trovo inopportuna".
La riapertura della scuola e la risposta ai negazionisti
Per la riapertura della scuola, ha sottolineato il capo del governo, "il distanziamento è il problema più grosso" sul quale ci si sta confrontando tanto che una parte dei 7 miliardi investiti sulla scuola "è destinata a questo". Conte ha sottolineato: "C'è un grande sforzo collettivo, formidabile, che coinvolge gli enti locali e il governo, e che, unico in Europa fornirà 11 milioni di mascherine", ha aggiunto.
Il confinamento totale deciso a marzo, ha ribadito il presidente del Consiglio, "fu necessario e ne parlai con Mattarella". Conte ha risposto anche a una domanda sulla manifestazione organizzata oggi a Roma dal fronte dei negazionisti. Ed è stata una risposta secca: "Oltre 274mila contagiati e 35 mila decessi. Punto".
"Il problema non è stato tanto che le Regioni non abbiano adottato protocolli di sicurezza", ma che "concretamente era difficile mantenerli", ha poi detto Conte a proposito della riapertura delle discoteche. "Siamo riusciti a gestire la pandemia nonostante nella Carta non sia previsto lo stato di emergenza, il dialogo è stato fondamentale", ha aggiunto.
I temi politici
Nel suo intervento alla festa del Fatto quotidiano, il presidente del Consiglio ha parlato anche di molte delle questioni oggetto di dibattito politico in questi giorni. Tra l'altro, ha rivendicato per sè la scelta dei vertici dei servizi segreti: "Del comparto intelligence risponde il presidente del Consiglio", e "ho ritenuto prendermi questo dossier in mano", ha detto, e ha puntualizzato: "Noi non abbiamo allungato il mandato dei direttori. Oggi la norma prevede che siano nominati per 4 anni" e "ho detto che questo crea un problema a me e a quelli che verranno," perchè "chi arriva non conosce bene quelle persone, con le quali c'è un vincolo fiduciario". Quel rinnovo una "sola volta può essere penalizzante soprattutto in un momento di emergenza".
L'Intelligence, ha evidenziato il premier, "ci ha aiutato per le attrezzature mediche" durante l'emergenza covid e grazie ai servizi "non siamo incappati in decine di truffe". In "un momento di crisi non vado a modificarne l'assetto", e quello che è stato proposto è stato,"più di un rinnovo", ma all'interno del tetto massimo della durata dell'incarico.
Conte si è soffermato sulla legge elettorale, e ha auspicato che sia "come quella frutto dell'accordo di maggioranza: a me la sfiducia costruttiva piace molto. Se si arriva alle preferenze - ha proseguito - non la vedo negativa. Il principio mi piace. Ci arriverei successivamente, ci sono state in passato delle distorsioni, ma il principio delle preferenze mi piace".
Il presidente del Consiglio ha poi escluso che il risultato delle elezioni regionali possa avere conseguenze sul governo: "Io ritengo di no perché il contesto è diverso. Abbiamo la prospettiva a livello nazionale per la ricostruzione. Una grande responsabilità, non potremmo interrompere questo lavoro", ha affermato il premier, che ha riconosciuto: "Le forze di maggioranza io stesso le vedo in difficoltà. Abbiamo un centrodestra che si presenta unito e abbiamo forze di maggioranza - aggiunge Conte - che si presentano in ordine per lo più sparso".