AGI - L'archiviazione ad Arezzo dell'ex cda di Banca Etruria, di cui faceva parte Pierluigi Boschi, papà di Maria Elena Boschi, all'epoca ministra, nella vicenda legata alla liquidazione, pari a circa 700 mila euro, dell'ex dg Luca Bronchi, è solo un segmento di una indagine più complessa da cui sono scaturiti vari procedimenti.
Con Boschi, che era vicepresidente dell'Istituto, escono di scena per il reato di bancarotta semplice anche altri undici componenti del consiglio di amministrazione. Il 16 ottobre scorso, invece, era finito in archivio il capitolo aperto per bancarotta fraudolenta, che chiamava in causa, oltre a Boschi, anche l’ultimo presidente Lorenzo Rosi, l’ex vice presidente Alfredo Berni, l’altro ex presidente Giuseppe Fornasari e l’ex direttore generale Luca Bronchi. Oggetto dell’inchiesta era la mancata fusione dell’istituto aretino con la banca Popolare di Vicenza.
Un processo, con inizio fissato al 14 gennaio 2021, attende comunque Boschi, citato a giudizio davanti al tribunale monocratico assieme a 14 ex dirigenti di Etruria: in questo caso gli imputati devono rispondere di bancarotta colposa nel filone di indagine relativo alle cosiddette 'consulenze d'oro' affidate dall'istituto di credito: incarichi che secondo la procura di Arezzo sarebbero stati necessari e sui quali i vertici della banca non avrebbero esercitato la dovuta vigilanza.
Il 30 settembre scorso si era chiuso con quattro condanne e nove assoluzioni il processo in tribunale legato al filone del crac di Banca Etruria riguardante la truffa ai risparmiatori. Il giudice Angela Avila aveva condannato quattro dipendenti della banca alla pena di dieci mesi di reclusione, con non menzione sul casellario. Assoluzione per dirigenti e impiegati che materialmente vendettero le obbligazioni subordinate emesse da Banca Etruria in due tranche nel 2013. Secondo l'accusa, non avrebbero informato i risparmiatori sui rischi del prodotto.
Per tutti i 13 imputati, la procura aretina aveva chiesto, invece, condanne da un anno e mezzo a tre anni. Lo scorso 13 febbraio invece la corte d'appello di Firenze ha condannato a un anno e un mese per ostacolo alla vigilanza di Bankitalia l’ex presidente Giuseppe Fornasari e l’ex direttore generale di Banca Etruria, Luca Bronchi, assolti in primo grado.
Assoluzione confermata invece per l’ex direttore centrale David Canestri, responsabile del risk management. I giudici del secondo grado hanno anche disposto una provvisionale di 327 mila euro a favore di Banca d'Italia. In questo caso l'indagine si fondava sulla relazione effettuata da Banca d’Italia: gli ispettori rilevarono criticità relative al bilancio del 2012 dell’istituto di credito.
È invece ripreso poco più di un mese fa, sempre in tribunale, il processo riferito al capitolo del falso in prospetto che vede imputati Fornasari, Bronchi e Canestri. Devono rispondere delle comunicazioni fornite a Consob in merito al collocamento delle obbligazioni subordinate del 2013.