AGI - Dopo due anni di braccio di ferro e un rush finale con una lunga notte di trattativa a Palazzo Chigi, il destino di Autostrade sembra ormai essere stato tracciato. Il punto di approdo è quello che prevede un'uscita dilazionata nel tempo di Atlantia da Aspi entro un anno, l'ingresso di Cdp e la quotazione della società in Borsa. Si va cosi' verso un'Aspi 'pubblicà con i Benetton fuori dal consiglio di amministrazione e l'arrivo di Cassa Depositi e prestiti con il 51%.
L'intesa è arrivata all'alba dopo sei ore di confronto teso e dure discussioni. Nel dettaglio, il Consiglio dei ministri ha dato mandato a Cdp per avviare, entro il 27 luglio, il percorso che dovrebbe portare all'uscita progressiva dei Benetton, prima scendendo al 10-12% dell'azionariato, poi con un'ulteriore diluizione in coincidenza con la quotazione in Borsa di Aspi. Il titolo Atlantia sugli scudi, arriva a guadagnare oltre il 22%. L'accordo prevede anche l'aumento delle sanzioni, la rinuncia alle cause intentate sulla ricostruzione del ponte Morandi e le compensazioni dovute per il crollo. Le compensazioni saranno a esclusivo carico dell'azienda, si legge nella nota di Palazzo Chigi, "per il complessivo importo di 3,4 miliardi di euro". La proposta prevede anche l'accettazione della "disciplina tariffaria" introdotta dall'Autorità di regolazione dei Trasporti "con una significativa moderazione" delle tariffe.
Soddisfatto il premier Giuseppe Conte: con l'intesa su Aspi "avremo tariffe piu' eque e trasparenti, piu' efficienza, piu' controlli, piu' sicurezza", scrive su Facebook. Nel Cdm di ieri è stata scritta una pagina inedita della nostra storia. L'interesse pubblico ha avuto il sopravvento rispetto a un grumo ben consolidato di interessi privati. è successo qualcosa di straordinario che dovrebbe essere semplicemente ordinario. Ha vinto lo Stato. Hanno vinto i cittadini", aggiunge.
"Atlantia perderà l'88% di Aspi entro un anno e già entro settembre ci sarà il primo passaggio di perdita del controllo", spiega il ministro dello sviluppo economico Stefano Patuanelli. "Sono operazioni che hanno bisogno di un tempo che si misura nell'ordine di un anno ma già da settembre ci sarà il primo passaggio di perdita del controllo molto rapido", aggiunge. La ministra dei Trasporti e delle Infrastrutture, Paola De Micheli, sottolinea su Twitter che "la soluzione della vicenda Aspi del Governo tutela l'interesse pubblico di tutti gli italiani e i lavoratori dell'azienda. Ora avanti con gli investimenti già definiti per le infrastrutture e le fondamentali opere di manutenzione per la sicurezza delle nostre autostrade".
Il crollo del ponte Morandi
Tutto era cominciato il 14 agosto del 2018 con il crollo del Ponte Morandi di Genova. Da allora sono passati quasi due anni tra minacce, tentativi di riconciliazione e il timore - da parte del governo - di dover pagare la bellezza di 23 miliardi di euro in caso di revoca della concessione. Da quell'agosto 2018 il M5s ha sempre considerato la revoca come un passaggio assolutamente imprescindibile. Oggi si chiude la 'sagà con la vittoria della linea dura.
Esulta Di Maio: "I Benetton hanno accettato le condizioni del governo. Lo Stato diventerà il primo azionista di Autostrade, la famiglia Benetton avrà meno del 10% delle quote ed entro qualche mese uscirà definitivamente da Aspi. Questo significa che i Benetton non gestiranno piu' le nostre autostrade".