“Mi ha fatto piacere constatare che, anticipando alla stampa il masterplan da presentare agli Stati generali dell’economia, il presidente del Consiglio abbia inserito fra i capitoli più significativi il piano ‘Italia Veloce’ sulle infrastrutture: segno che abbiamo lavorato bene”. In un’intervista a la Repubblica il ministro per le infrastrutture Paola De Micheli dice anche che Italia Veloce “non è un trattato filosofico, ma un elenco preciso di opere — ferroviarie, aeroportuali, marittime e stradali — ciascuna provvista di cronoprogramma, coperture, iter per portarle a compimento” e che “lì dentro ci sono cifre, cartine, processi e tempi” dell’attuazione del piano.
Un piano che “prevede 200 miliardi di investimenti in 15 anni: per circa 130 miliardi è già finanziato, il resto lo chiederemo all’Europa quando sarà definito il Recovery fund” spiega la ministra, che assicura anche che si investirà di più “nell’alta velocità e nel potenziamento della mobilità urbana su ferro” dove per altro “quest’anno abbiamo stanziato una ventina di miliardi” e dove per tranvie e metropolitane “sono stati fisicamente trasferiti alle città 2,5 miliardi per le infrastrutture, più altri 2,5 per la sostituzione dei bus”. “Dietro – spiega De Micheli – c’è una precisa idea di Paese: più accessibile per tutti è anche un Paese più giusto”. L’obiettivo è pertanto “migliorare la vita delle persone”.
“Vogliamo far sì – aggiunge e conclude la ministra - che l’80% degli italiani possa vivere a meno di un’ora da una stazione dell’alta velocità. E aumentare del 20% la velocità degli spostamenti. In prospettiva non esisteranno più zone periferiche. E per come è strutturato il piano — grazie all’intermodalità tra ferrovie, porti e aeroporti — non ci saranno aree marginali”.