"Ho fatto i complimenti a Conte per come ha gestito l'emergenza del coronavirus. Ora però si apre un'altra partita, quella per ricostruire il Paese". Esordisce con queste parole Alessandro Di Battista, leader riottoso del M5S nell'intervista a Il Fatto Quotidiano nella quale ribadisce anche che "non mi interesso alle poltrone, mi dedico ad altro".
Poi però con tono distensivo, Di Battista dichiara che "se il premier porterà avanti idee come l'ecobonus e la legge sul conflitto d'interessi avrà il mio sostegno" ma qualora dovesse invece portare avanti idee "come il Ponte sullo Stretto di Messina e non essere duro come aveva detto di voler essere sulla revoca della concessione ad Autostrade, dirò pubblicamente che sono in disaccordo con lui".
Tuttavia, precisa e assicura, "ciò non significa che io intenda picconare il governo" anche se si definisce "anti-establishment" e cioè contro "i Benetton, il presidente di Confindustria Bonomi, gli Elkann e il loro accentramento di potere mediatico, Giovanni Malagò".
L'obbiettivo di Di Battista in ogni caso è "aumentare il potere contrattuale del M5S nel governo, perché ritiene che quello attuale "non sia proporzionato al 33 per cento preso alle Politiche 2018".
Afferma poi che "non è un segreto che io non volessi il governo con il Pd" però ritiene che "in questa fase è necessario un esecutivo politico: la cosa peggiore che ci possa capitare sarebbe un esecutivo tecnico o di unità nazionale".
Tuttavia, dichiara, "è falso che io voglia far cadere Conte". E chiosa: "Sono grillino, non stupido".