AGI - L'Italia utilizzerà i fondi in modo virtuoso. Il premier Giuseppe Conte, riferisce chi gli ha parlato, non ha dubbi sul fatto che occorrerà spenderà le risorse che arriveranno dall'Europa in maniera oculata. E non si sottrae alla 'sfida' sulle riforme. Nessuno spavento insomma se ci saranno dei controlli serrati a parte degli Stati membri della Ue nel monitoraggio dell'utilizzo dei 172 miliardi, di cui 82 in sussidi destinati al nostro Paese.
Il negoziato sui 'Recovery fund' deve ancora entrare nel vivo, ma la convinzione nell'esecutivo è che Roma non sarà nel mirino, che i sospetti degli anti-Ue sulla possibilità che Bruxelles possa fungere da 'Trojka' sono da respingere. è la Lega ad attaccare, dopo che hanno 'aperto' alla prospettiva Ue esponenti del partito di via Bellerio come Garavaglia.
"Ecco dove sta la fregatura! Prima fate le 'riforme' che decidiamo noi a Bruxelles, solo dopo vi daremo (forse) i soldi", è insorto Salvini, dopo che il vicepresidente della Commissione Ue Valdis Dombrovskis ha parlato di risorse disponibili "dopo il raggiungimento di obiettivi".
Gentiloni ha spiegato subito che non sarà la Ue a decidere, che i piani nazionali per accedere ai fondi legati alla 'Recovery and Resilience Facility' possono essere presentati dai governi già a ottobre, in una bozza legata al documento programmatico di bilancio.
Il presidente del Consiglio Conte questa mattina ha sentito la presidente della Commissione Ue, Von der Leyen. Insieme hanno parlato sia di 'Recovery fund' che del "nuovo quadro finanziario pluriennale". Due partite che Bruxelles vuole che siano legate. Conte chiede che si faccia presto, che i fondi arrivino già entro l'anno.
La necessità è quella di evitare tensioni sociali. Ma Italia viva e il Pd sono tornati a chiedere il sì all'utilizzo del Meccanismo fondo Salva Stati. Un'ipotesi che sotto traccia resta sul tavolo ma che trova - come si evince dalle parole di oggi del presidente della Camera Fico - le perplessità del Movimento 5 stelle.
Intanto Conte lavora al 'pacchetto' delle riforme. Il progetto è già pronto, è quel 'Recovery plan' illustrato due giorni fa sulle pagine di alcuni quotidiani. Con l'obiettivo di un'Italia piu' efficiente. Giustizia, limitazione dell'abuso d'ufficio, sburocratizzazione (a giorni arriverà il dl semplificazione sul tavolo del Cdm), riforma fiscale e digitale: sono tanti i capitoli ai quali sta lavorando il governo.
Il premier oggi ha anche incontrato i comuni ai quali ha fornito la disponibilità a reperire non nel dl bilancio ma in un provvedimento successivo i 3 miliardi richiesti. Si tratta di un impegno politico per venire incontro alle richieste dei sindaci che chiedono anche una parte dei soldi del 'Recovery fund'.
Il presidente del Consiglio ha assicurato che nessuno dei 2 mila comuni che rischiano il dissesto verrà lasciato solo. Potranno agire attraverso norme tecniche e disporre degli avanzi di amministrazione. Durante l'incontro - secondo quanto riferiscono fonti presenti - diversi primi cittadini si sono lamentati anche sul tema delle competenze. Tra questi De Magistris.
"A questo punto consegno le chiavi al prefetto...", la sua battuta legata al fatto che a suo dire il presidente della Regione Campania De Luca porta avanti provvedimenti senza consultazioni preventive. Siamo disponibili a tornare in Parlamento per un nuovo sforamento del deficit, ha annunciato il premier. Si tratterebbe appunto di tre miliardi. Ma l'operazione andrà studiata nelle prossime settimane. La disponibilità dunque c'è, ora dovrà partire l'istruttoria per verificare la fattibilità del reperimento delle risorse.
Decisa la data della ripartenza del campionato di calcio (il ministro Spadafora ha annunciato che il via è previsto per il 20 giugno) restano tanti i dossier sul tavolo del premier, in attesa poi di capire quale sarà la decisione su Autostrade. Tra questi la data delle elezioni regionali. Il governo dovrebbe lasciare la data del 20 settembre, lasciando alle regioni la possibilità di anticipare.
Resta aperto poi il nodo sul referendum sul taglio del numero dei parlamentari. Conte ha aperto alla possibilità che si tenga nella data dei ballottaggi ma il Movimento 5 stelle si oppone. Intanto torna il pressing del Pd (soprattutto del capo delegazione dem al governo Franceschini) affinchè l'alleanza con i pentastellati diventi strutturale.
Nel Cdm, oltre ad una serie di leggi regionali, si terrà un'informativa su un dpcm attuativo delle norme del decreto liquidità sul rafforzamento del golden power. Lunedì prossimo, invece, ci dovrebbe essere un nuovo Cdm. In quell'occasione dovrebbe arrivare il via libera al Family Act preparato dal ministro Bonetti che poi in Parlamento dovrebbe essere integrato con il testo dem di Delrio sull'assegno unico. Sempre lunedì potrebbe arrivare sul tavolo anche il dl semplificazione al quale il premier oggi ha fatto riferimento nell'incontro con i comuni.
E poi occorrerà stringere sulle valutazioni per il post 3 giugno e la questione legata agli spostamenti. Lo scontro tra alcuni governatori resta sullo sfondo (oggi il ministro Boccia ha spiegato che il 'passaporto sanitariò è anticostituzionale). A destare preoccupazione è la Lombardia ma proprio il ministro per gli Affari regionali ha spiegato che la misura sugli spostamenti dovrebbe essere univoca.