"Il problema è che la mafia si relaziona con il potere, e questo purtroppo accade ancora. Se fosse solo una partita a chi spara di più lo Stato vincerebbe, ma il fatto è che i mafiosi sono più avanti di noi nel capire il business. Non si tratta solo della politica, oggi la mafia entra negli affari senza dover neanche minacciare". Sandro Ruotolo, oggi senatore del Gruppo Misto, per oltre trent'anni giornalista impegnato sul fronte della legalità e della denuncia del potere mafioso, in un'intervista pubblicata dal sito 'Immagina' analizza il periodo stragista sottolineando quanto la ferita sia ancora aperta.
"È proprio perché la ferita è aperta che l'emozione per quella strage è ancora cosi' forte. E poi c'è un problema di memoria". E avverte: "Ricordiamoci che un Paese senza verità non ha futuro, ed è per questo che sentiamo tutto ancora in maniera così viva, perché la verità non c'è ancora. C'è una verità giudiziaria, che però non è tutto, perché manca la verità storica". Infine la riflessione sul pericolo odierno: "Oggi al Nord c'è invece una grande sottovalutazione perché lì la mafia non spara. Solo che poi ai processi scopri che incendiano i mezzi meccanici e che volevano uccidere una collega di Venezia".
"Oggi ha messo radici, non è più la mafia delle stragi ma non perché l'abbiamo sconfitta", aggiunge il senatore del Misto Ruotolo, "i soldati che compirono quegli atti orrendi sono in galera, ma non è vinta. Oggi la vera emergenza è al Nord, perché lì la mafia è entrata nelle imprese e si sciolgono consigli comunali anche in Valle D'Aosta. È una mafia diversa, con la 'ndrangheta che muove 40 miliardi all'anno con il traffico di stupefacenti in tutta Europa e pulisce i soldi nell'agroalimentare e nel turismo. E oggi insieme ai soldi per l'emergenza Covid, è arrivata la paura che la criminalità possa metterci sopra le mani, per questo e' giusto sburocratizzare ma senza perdere il controllo".